Genova. La consegna del Premio Novaro per la Cultura Ligure ad Adriano Sansa è stata l’occasione per parlare con il giudice Gian Carlo Caselli dei temi legati alla giustizia.
“Negli ultimi tempi la Magistratura, e lo dico senza mezzi termini, sembra sottoposta a una sorta di accerchiamento, leggi che ne diminuiscono gli spazi di intervento, da ultimo penso alle intercettazioni, ai progetti di riforma costituzionale che non possono avere come risultato se non quello di tagliare le unghie alla Magistratura e limitarne l’indipendenza”.
Il provvedimento che Caselli prende ad esempio di questo processo di deterioramento dell’indipendenza della Magistratura riguarda il ruolo della polizia giudiziaria: ”Quando la si toglie dalle dipendenze del Pubblico Ministero e s i vuole che la polizia giudiziaria, che rimarrà sì capacissima, ma sia solo alle dipendenze del Governo, ecco si vuole che le indagini siano indirizzate dal Governo, ed è chiaro che questo discorso non riguarda solo questo o quel Governo, ma l’importante è che nella nostra Costituzione non deve essere la politica o una sua parte a indagare dando ordini alla Magistratura, ed proprio questo è il rischio che stiamo correndo”.
Caselli non ha poi mancato di parlare di Sansa proprio come esempio di quella Magistratura indipendente: “Di Sansa proverò a dire che è stato un magistrato in linea con la Costituzione, geloso della sua autonomia e della sua indipendenza, ma non come privilegio di casta, ma come strumento indispensabile per fare giustizia nell’interesse generale e dei cittadini e credo che spessissimo ci sia riuscito e che appartenga a quella generazione di magistrati che scoprono la Costituzione e con la Costituzione in mano rendono vivi e concreti i diritti dei cittadini che erano sì scritti nella Costituzione ma che senza una Magistratura autonoma e indipendente, determinata e forte, rischiavano di rimanere lettera se non morta, diciamo pallida”.