Cronaca

Bergeggi, il relitto del Transylvania rintracciato dai carabinieri sub di Genova

transatlantico transylvania

Bergeggi. Rimane ancora un vivido ricordo nella memoria dei più attempati pescatori di Bergeggi e Varigotti ed è anche grazie a questa testimonianza, tramandata nel tempo, che il “Transylvania” è stato rintracciato sui fondali, a 630 metri di profondità, al largo delle coste rivierasche. Spiega il tenente colonnello Francesco Schilardi, comandante del centro carabinieri subacquei di Genova: “La ricerca è stata avviata a maggio, sulla base dei ricordi dei pescatori più anziani che ancora hanno impressa nella mente quella tragica mattinata: nonostante il tempo proibitivo, all’epoca uscirono ugualmente con le loro barche e poi diedero soccorso ai marinai e soldati inglesi”.

Il transatlantico inglese fu affondato il 4 maggio del 1917, durante il primo conflitto mondiale, dal sottomarino tedesco “U 36”. Il “Transylvania” era una nave passeggeri sequestrata per trasportare truppe. Quando fu inghiottito dal mare c’erano a bordo 3 mila persone; i morti furono più di 400. “Permane tuttora la riconoscenza degli inglesi verso i pescatori di Bergeggi e del Finalese, che si mostrarono così generosi nei loro confronti. L’affondamento del piroscafo, silurato dal sommergibile nel 1917, portò alla morte di numerosi soldati dell’equipaggio” sottolinea il comandante Schilardi.

I superstiti vennero soccorsi e accolti in gran parte dalla popolazione della costa, che cercò di accorrere con ogni mezzo sul luogo dell’affondamento, nonostante il mare grosso e la distanza da terra. Molti superstiti vennero ricoverati nelle case di chi li aveva soccorsi. Per questa ragione, il governo inglese diede numerose onorificenze a persone e Comuni della costa. L’evento rimane ancora oggi l’affondamento più tragico mai avvenuto nel Mar Mediterraneo.

“Il ritrovamento del relitto – prosegue il comandante del centro carabinieri subacquei – è avvenuto attraverso la ditta ‘Gaymarine’ di Lomazzo, la stessa che ci fornisce i robot ‘Pluto’. Abbiamo esplorato i fondali attraverso il veicolo robotizzato ‘Pluto’ e con lo scan sonar, rinvenendo diverse masse ferrose. Quindi abbiamo ispezionato più approfonditamente, individuando il transatlantico. Il relitto verrà ora nuovamente visitato in modo più analitico: verificheremo quanto sia ancora di interesse. In ogni caso c’è già un interesse affettivo, ma anche tecnico, in quanto fu una delle primissime navi a turbina a solcare i nostri mari, protagonista del trasporto di numerosi militari”.

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