Albenga. Anche Antonio Ricci è stato tra gli ospiti della giornata conclusiva di “Ottobre…De Andrè” e in questa occasione non ha potuto evitare di raccontare alcuni fra i suoi più colorati ricordi dei vicoli genovesi. “La prima notte che ho dormito in vico Durazzo, in questa casa che ci era stata subaffittata da un portuale, detto “U Russin”, grande frequentatore del Superba, un altro luogo mitico della Genova ‘da bere’, sentiamo gridare a squarcia gola una donna che imprecava contro qualcuno – ha esordito Ricci – Poi, il giorno dopo, abbiamo scoperto che la signora, che viveva in uno scantinato, non ce l’aveva con un uomo, ma un gatto”.
“La cosa bella è che gridava tutta la notte, ma i vicini di casa alla sera le calavano dalle finestre dei cestini con il mangiare. Per cui c’era questa grossa solidarietà anche con i rompiscatole, ovvero quel senso della convivenza di chi sta per strada”.
Ecco l’insegnamento della strada, quello di cui parla Ricci. “Anche Striscia la Notizia è una trasmissione di strada, tanto è vero che ne abbiamo una dipinta sulla scrivania – continua – senza la strada non si va da nessuna parte. Tanti hanno paura di fare brutti incontri, ma in realtà questa è l’unica maniera per conoscere gli altri e per conoscersi. Noi abbiamo i nostri inviati per strada e proprio dalla strada ci arrivano le segnalazioni, per cui riusciamo a mantenere il contatto con la gente senza chiudersi in nessuna torre. Chi sta nelle torri sta lì da solo e pace all’anima sua”.