Bambole al posto del pallone da calcio. Preparare i dolci in cucina invece di sfogarsi con l’ultimo videogioco. Se è il maschietto a preferire i giochi da femminuccia nessuna paura. Non è detto che sia la sirena di un disturbo d’identità di genere: può essere “solo una fase transitoria legata alla curiosità tipica dell’età.
E il genitore non deve mai intervenire con forza o con rabbia sul bambino cercando di impedire questi comportamenti”. Ad affermarlo è Chiara Simonelli, psicosessuologa dell’università Sapienza di Roma.
“Questo tipo di disturbi – prosegue l’esperta – può anche essere transitorio, ma nel caso continui negli anni è necessario capirlo, valutarlo e affrontarlo con l’aiuto di uno specialista”. Secondo la psicosessuologa il caso del bambino inglese di 10 che si è presentato a scuola con i capelli lunghi e vestito da femmina, perché è convinto di essere nato maschio per errore, “è un segnale che va colto dai genitori. Il consiglio, in questi casi – per l’esperta – è non drammatizzare o colpevolizzare il proprio figlio, magari costringendolo a fare cose da maschio, ma capirne le necessità”.
Per la Simonelli un aiuto per i ragazzi potrebbe venire dalla televisione, che raccontando storie simili alla loro potrebbe rompere il muro di pregiudizi sociali. “Un ruolo importare nell’aiutare i ragazzi alle prese con i disturbi d’identità – spiega l’esperta – possono giocarlo nel nostro Paese la televisione e il cinema. Fiction o film che raccontano storie simili a quelle vissute da questi bambini o ragazzi li farebbero sentire meno isolati all’interno della società”.
Ma è in famiglia e a scuola che i bambini o le bambine, alle prese con un corpo per loro estraneo, devono trovare dei punti di riferimento. “Se il maschietto ogni tanto gioca con le bambole – avverte Simonelli – potrebbe essere solo il segnale di una semplice curiosità. Se invece questo comportamento è frequente e duraturo, magari – prosegue la psicologa – il piccolo si atteggia da donna parlano di sè al femminile, allora i genitori devo capire se siamo in presenza di un possibile disturbo sessuale di genere. Rivolgendosi anche ad uno specialista”.
“Niente ansia o preoccupazione eccessiva per mamma e papà – avverte la psicologa – non si deve intervenire subito perchè magari è una fase transitoria. Sono assolutamente da evitare i rimproveri e i processi di colpevolizzazione o ridicolizzazione della dignità del bambino. Questa spesso viene sottovalutata – chiosa Simonelli”.
“Un padre si sente colpito se il figlio preferisce le bambole al calcio, ma non deve mostrare rabbia. Piuttosto deve cercare di capire e comunicare con il piccolo”.