Genova. Si svolge oggi a Genova il direttivo urgente e straordinario di Anci Liguria incentrato sulla manovra finanziaria del governo. La seduta è allargata a tutti gli organi sociali, con la Consulta dei piccoli Comuni, il Coordinamento dei Consigli, Anci Giovane e Federsanità.
“Si smetta di improvvisare su questioni e processi molto seri, si stralci l’articolo 16 della manovra e si apra immediatamente un confronto, da chiudere entro quest’anno, per approvare norme condivise e utili che consentano davvero di riorganizzare i piccoli comuni attraverso la gestione associata di funzioni e servizi, con le unioni di comuni e con le convenzioni come strumento di flessibilità del sistema” affermano i vertici dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Oggi è una giornata di protesta nazionale per Anci. Una maratona “no stop” per chiedere ancora le modifiche alla manovra economica, che secondo l’associazione rischia di mettere in ginocchio i Comuni, le Province, le Regioni. A partire dalle 15, nella sala delle Conferenze di piazza Montecitorio, l’Anci e sindaci di tutta Italia si ritroveranno per ribadire un secco “no” alle misure inserite nel decreto all’esame del Senato.
“Il nuovo testo dell’articolo 16 della manovra rappresenta un ulteriore inaccettabile e insostenibile attacco ai Comuni con meno di 5 mila abitanti” osserva Mauro Guerra, vice presidente Anci e coordinatore nazionale dei piccoli Comuni. “Fino a che sarà in campo non ci resta altra strada che quella di continuare la straordinaria mobilitazione di questi giorni” aggiunge.
L’emendamento del relatore all’articolo 16 “ripropone i contenuti irrazionali e inattuabili del testo originario e in più aggiunge le incredibili norme sull’obbligo di riunione in serata delle giunte e dei consigli dei Comuni fino a 15 mila abitanti”. “Ma ciò che è particolarmente grave – dice Guerra – è che, mentre i Comuni chiedono con forza di rivedere profondamente le regole del patto di stabilità, con questo emendamento non solo non si risponde a questa richiesta ma si sottopongono alle stesse regole anche i comuni con meno di 5 mila abitanti”.
E’ una logica “punitiva e non concertata verso i piccoli Comuni – commenta – Si prepara una stagione di caos totale in più del 70% dei comuni italiani che saranno disarmati nella gestione delle loro finanze e dovranno contemporaneamente gestire norme ordinamentali confuse, irrazionali, che li costringeranno a distruggere, invece di ampliare, rafforzare, razionalizzare ulteriormente, il diffuso sistema di gestioni associate di servizi esistente”.