Genova. Da “pacco” a titolare inamovibile. È servita una stagione di pazienza ma adesso il Genoa non può più fare a meno di Miguel Veloso. Il portoghese è il faro del centrocampo rossoblù. Contro Atalanta, Lazio, Catania e Chievo Verona Malesani lo ha sempre schierato titolare, non lo ha mai sostituito. Come lui solo Kaladze, Kucka e Frey.
Gli esordi in rossoblù. È arrivato a Genova nell’estate del 2010, è stato il colpo a sensazione di quella campagna acquisti del Grifone. Allo Sporting Lisbona furono girati 8 milioni di euro impreziositi dal cartellino di Zapater. Un investimento importante, un investimento che tutti pensarono folle dopo aver visto il centrocampista in azione nelle prime apparizioni con la casacca rossoblù. “Troppo lento per la serie A”, il commento più gettonato. Perdeva palloni a raffica, ne recuperava pochi; qualche chilo di troppo e prestazioni sempre al di sotto delle aspettative. La qualità di quel piede mancino nessuno è mai riuscito a metterla in discussione ma sembrava davvero troppo poco per garantirgli la riconferma nel ambizioso Genoa targato 2011/12. La sua cessione veniva data per certa.
Il riscatto. Veloso non si è arreso. Si è presentato a Neustift (per il ritiro) in forma smagliante e a caccia di riscatto. I tifosi genoani gli hanno concesso fiducia, come loro mister Malesani che ha chiesto al patron Preziosi di non privarlo di un simile talento. Il portoghese si è visto consegnare le chiavi del centrocampo rossoblù dal tecnico ripagandolo a suon di passaggi col contagiri, gol e assist. Dopo la sfida al Catania Veloso ha voluto ringraziare tecnico e presidente: “L’anno scorso ho fatto male ma grazie al mister e alla società mi è stata data la possibilità di riscattarmi”. Immediata la replica dell’allenatore: “Queste prestazioni sono merito delle sue qualità, io non centro nulla. Ho il solo merito di averlo voluto con noi”.
Siamo solo a inizio campionato ma Migule Veloso ha tutte le possibilità di entrare a far parte della leggenda rossoblù: i fischi della passata stagione si sono già trasformati in applausi scroscianti.