Cronaca

Genova, D’Alema: “L’acqua uno degli elementi del conflitto tra israeliani e palestinesi”

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Genova. Israeliani e palestinesi faccia a faccia a Palazzo Tursi a Genova nell’ambito del Festival dell’Acqua. E il convegno “Acqua e Pace in Medio Oriente”, fortemente voluto da FederUtility, centra l’obiettivo di mettere a confronto i protagonisti di un conflitto senza fine. Creando le premesse per trovare nuove soluzioni su un tema strategico come l’acqua.

“Non dobbiamo sprecare forze nel conflitto – ha dichiarato Shaddad Attili, Ministro delle Risorse Idriche dell’Autorità Nazionale Palestinese – ma creare nuovi progetti di sviluppo sul tema dell’acqua pensando alle prossime generazioni. I palestinesi vogliono un rapporto di fratellanza con lo Stato di Israele, ma il problema dell’acqua rimane fondamentale”.

“Federutility ha investito moltissimo per creare i presupposti di nuove forme di collaborazione – ha confermato Lironne Bar Sadeh, vice ambasciatore dell’Ambasciata d’Israele in Italia – sviluppando anche in loco alcuni progetti. Grazie alla tecnologia si possono risolvere molti problemi e ottimizzare l’utilizzo dell’acqua. E l’impegno dell’Italia in questa collaborazione multilaterale è fondamentale”.

“Israeliani e palestinesi si dividono una risorsa indubbiamente scarsa – ha sottolineato Massimo D’Alema che ha seguito tutto il convegno – E’ una suddivisione che sicuramente è a svantaggio dei palestinesi ma è anche vero che Israele ha poca acqua.
Certamente l’acqua è ancora oggi uno degli elementi fondamentali del conflitto tra israeliani e palestinesi.
Un problema che si è aggravato da quanto lo Stato di Israele ha rotto i rapporti con la Turchia che, insieme al Libano, è uno dei due paesi con una forte ricchezza di risorse idriche. Sicuramente la soluzione deve guardare all’intera regione e necessità di una volontà politica. Una volontà che potrebbe in futuro essere condizionata dalle nuove situazioni dei paesi arabi. Prima i dittatori non avevano interesse a risolvere i problemi tra israeliani e palestinesi, oggi ritengo che il mondo arabo sarà molto meno tollerante su questa situazione che pone anche vincoli allo sviluppo”.

Nella questione israelo-palestinese “manca lo spirito di Rabin: la capacità di assunzione di responsabilità. In quella Regione ci vuole il coraggio di superare gli ostacoli che hanno impedito di andare avanti verso i risultati attesi e necessari”. Lo ha detto Massimo D’Alema, presidente del Copasir, parlando a un convegno organizzato nell’ambito del Festival dell’Acqua a Genova. “Naturalmente – ha detto D’Alema – punto di partenza non può essere che il riconoscimento dei confini del ’67 cosi’ come stabilisce il Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Ma “l’Europa non sembra esercitare un ruolo politico rilevante nella Regione, il che – ha sottolineato D’Alema – è paradossale perché l’Europa è il maggior contributore sia dei territori palestinesi che un partner essenziale per Israele. L’Europa esercita un enorme peso economico ma non sembra avere un peso politico anche per le sue divisioni. Siamo alla vigilia del voto all’assemblea delle Nazioni Unite, al quale l’Europa si presenterà divisa. Un ulteriore indebolimento del suo prestigio”.

“ L’iniziativa di Federutility – ha commentato Roberto Bazzano, presidente di Federutility – nasce nell’ambito di un percorso di lungo periodo, grazie soprattutto ai contributi concreti delle aziende associate, che ha permesso la creazione di un rapporto di fiducia della federazione con entrambe le parti. La concretezza del tema acqua e il suo indissolubile legame con la qualità della vita delle popolazioni lo rende un punto di partenza per la realizzazione del dialogo. La scarsità delle risorse può essere spunto e pretesto per accordi pacifici, grazie anche alla condivisione delle tecnologie.

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