Genova. Calcio parlato. Calcio compromesso e scommesso. Calcio giocato sulle moquette degli hotel. Calcio scioperato, interrotto.
Giocatori pagati. Valutati o svalutati. Dati in prestito o in comprorietà (ve la immaginate la comprietà in qualsiasi altro ambito che non fosse il calcio?).
Domenica, finalmente, si gioca. Calcio e nient’altro. E tutte le valutazioni avranno un parametro reale e incontreoverbile: il campo.
Il Genoa comincerà il suo campionato domenica prossima, davanti al suo pubblico, contro la neo promossa Atalanta che viene da un’estate calda e turbolenta, che mostra una formazione con un buon mix d’esperienza e di voglia di rivalsa (si pensi a eterne promesse come Cigarini).
Al Genoa, però, poco deve importare l’avversario, soprattutto quando si parla di Marassi. La sqaudra più forti degli ultimi anni, come qualche commentatore ha voluto sottolineare anche alla presentazione di Andrea Caracciolo tenutasi venerdì scorso, ha avuto modo e tempo di allenarsi, amalgamarsi, conoscersi.
Campioni ne sono arrivati (in porta prima di tutto) e l’unica partenza dolorosa alla fine è stata quella di Mimmo Criscito. Kucka e Palacio, nonostante le molte voci, vestono ancora rossoblù.
Una squadra che si presenta forte e compatta. Domani riprendono gli allenamenti e comincerà il definitivo countdown.
Nel frattempo, per dare un’ulteriore ripassata al mister Claudio Malesani su cosa significhi Genoa, mercoledì 7 settmebre, ricorrenza del compleanno della società, il tecnico farà visita ai locali della Fondazione Genoa 1983 in Salita Dinegro 7. I cusstodi del museo lo accompagneranno tra cimeli, maglie storiche, filmati d’epoca, trofei e coreografie, che hanno reso famosa la Nord nel mondo.
La radici come viatico per cominciare.