Genova. Dopo le polemiche che hanno diviso la sentatrice Roberta Pinotti e i il segretario regionale della Cgil Liguria Renzo Miroglio e il segretario della Camera del Lavoro di Genova Ivano Bosco, la candidata Pd nelle prossime primarie per le comunali 2012, scrive loro una lettera aperta per chiarire la sua posizione. La pubblichiamo integralmente.
“Siamo alla vigilia dello sciopero generale proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre e sento la necessità di scrivervi per chiarire il mio pensiero su questo importante e delicato appuntamento per fugare qualsiasi possibile fraintendimento, che temo possa essere intercorso.
Dico subito le due cose che più mi premono: in primo luogo non va posta in discussione l’autonomia del sindacato nello scegliere le forme di lotta che ritiene più efficaci, nei modi e nei tempi che considera più opportuni; in secondo luogo le ragioni per organizzare forme di lotta contro questa manovra iniqua nel merito e inqualificabile nel metodo sono sotto gli occhi dell’intero Paese.
Il comportamento del governo è indifendibile sotto tutti gli aspetti: istituzionale, perché ha sottoposto alla firma del Presidente della Repubblica un decreto legge (che come tale entra subito in vigore) per poi disconoscerne il giorno dopo l’intero impianto; economico, perché non imposta nessuna riforma strutturale e ora come ora non garantisce affatto quel pareggio di bilancio che le istituzioni europee ci chiedono; sociale, perché colpisce le fasce più deboli nascondendosi dietro formule fumose come il riordino dell’assistenza e attraverso i tagli agli enti locali; sindacale, perché inserisce in modo surrettizio e scorretto norme sul diritto del lavoro in un provvedimento che si dovrebbe occupare d’altro spacciandole per impulso alla crescita.
È di tutta evidenza, quindi, che non solo ci sono le ragioni per scioperare, ma ce ne sarebbero per una pacifica rivolta civile dell’intero Paese.
Proprio perché percepisco fino in fondo la drammaticità della situazione e dei rischi che sta correndo l’Italia tutta, mi sono limitata ad una considerazione politica che penso sia legittima: essendo lo sciopero generale il più forte strumento di protesta e di pressione a disposizione di un’organizzazione sindacale ed anche il più politico, e poiché sta montando in tutti gli strati del Paese un senso di rivolta nei confronti di chi non solo non è in grado di risolvere i problemi, ma ne è in buona parte anche la causa, più forte sarebbe stata la scossa se si fosse riusciti a fare dello sciopero un grande appuntamento unitario (ed uso questo aggettivo non solo in senso strettamente sindacale). La situazione è talmente grave che c’è bisogno della partecipazione di tutti.
Detto questo il mio sostegno non è in discussione, così come ci sarà per tutte le altre manifestazioni di dissenso.
Martedì non sarò in piazza perché impegnata a combattere questa manovra al Senato, ma mi auguro che tutte le piazze d’Italia siano piene di donne e di uomini accanto alla Cgil per gridare con forza tutta la propria indignazione contro un governo che il nostro Paese non si merita.
Roberta Pinotti”.