Genova. Manca poco all’inaugurazione del Museo della Rumenta, che aprirà al pubblico il prossimo 21 ottobre presso i Magazzini dell’Abbondanza nel quartiere Molo a Genova.
Nascerà dal concorso d’arte contemporanea il cui bando si è appena concluso. E sarà enorme, perché realizzato con 550 kg d’immondizia. Perché 550 kg? Perché questa è la dimensione – e il peso – dei rifiuti prodotti da ogni cittadino genovese in un anno (la media nazionale è superiore: 650 kg).
Il Museo è stato realizzato nell’ambito di un più ampio progetto europeo di sensibilizzazione per la riduzione dei rifiuti del valore di circa un milione di euro. All’interno, totem interattivi e laboratori per educare, soprattutto i più giovani, all’osservazione della raccolta differenziata. “Affronteremo tutta la filiera del riciclo, dalla carta, alla plastica all’organico”, spiega l’assessore al Piano e regolamento del verde, Pinuccia Montanari.
Il museo, il cui progetto è curato dal coordinatore Mario Santi, urbanista ed esperto di gestione dei rifiuti, sarà interattivo e articolato su quattro sezioni.
La prima illustrerà la storia del rifiuto e di come diventano rifiuto le diverse frazioni merceologiche: si pensa anche a una sorta di rappresentazione, un video illustrativo ma con il fascino di una narrazione teatrale – nello stile del genovese Maurizio Crozza, di Marco Paolini o di Roberto Saviano. La seconda ospiterà opere d’arte realizzate trasformando i rifiuti sia in sculture sia in oggetti eleganti d’uso. Come i fari d’auto mutati in raffinate abat-jour. La terza sarà dedicata al riciclo di carta, plastica, organico secco e vetro. La quarta sarà dedicata alla green economy e all’educazione ambientale.
“A Genova c’è già una grande esperienza in materia di oggetti e mobili usati, restaurati e messi in vendita grazie alla collaborazione di cooperative sociali che restituiscono vita a quanto viene raccolto da Amiu, l’azienda dei rifiuti che fornirà ovviamente il materiale per la mostra”, precisa Pinuccia Montanari.
Il museo, afferma il sindaco di Genova Marta Vincenzi, “si inserisce in una città che ha fame di suolo ma che non vuole rinunciare allo sviluppo e al consumo. Incentiveremo così il cambiamento degli stili di vita e una maggiore consapevolezza verso la sostenibilità dei rifiuti”.