Genova. Una tonnellata di cocaina, 10 kg di hashish, per un valore che supera di gran lunga i 300 milioni di euro. Sono questi alcuni dei numeri dell’operazione Caucedo, il più grande sequestro di cocaina avvenuto in Italia, il quarto in Europa, effettuato dalla Guardia di finanza della Spezia in collaborazione col Gico della Gdf e con l’Agenzia delle dogane e che ha permesso di sgominare una banda di narcotrafficanti che operavano dal Sud America all’Italia. Durante l’operazione sono state rrestate cinque persone, sequestrate 10 autovetture dotate di doppio fondo attivato attraverso comandi elettromeccanici per l’occultamento della sostanza stupefacente e 287.700 euro in contanti.
Dietro la maxispedizione di cocaina intercettata ci sarebbe il cartello colombiano di Norte del Valle.
Tutto è iniziato quando all’inizio dello scorso mese di luglio nel porto della Spezia i funzionari della Agenzia delle Dogane ed i Finanzieri avevano sottoposto a visita ispettiva alcuni containers che presentavano evidenti anomalie: all’interno di un container era stata saldata un’anomala controparete.
Occultata dietro un carico di copertura composto da pietre per pavimentazione si celava una controparete al cui interno erano custoditi 750 panetti di cocaina del peso di circa kg. 1,200 l’uno, con stampigliato un marchio identificativo evidentemente del clan dei narcos che ne aveva curato il confezionamento.
Da quel momento è iniziata una articolata e rapida operazione di polizia giudiziaria condotta inizialmente dai Finanzieri della Guardia di Finanza della Spezia con la collaborazione della Agenzia delle Dogane.
Il container fu richiuso, la controparete risaldata e ridipinta e lo stesso, solo in transito a La Spezia ma in realtà destinato a Genova, fu seguito dai finanzieri nel suo anomalo percorso che toccò il porto di Gioia Tauro per giungere come destinazione finale ancora la città della Lanterna.
La rotta ufficiale del container prevedeva la partenza da Santo Domingo, tappe nei porti di Freeport nelle Bahamas, Barcellona in Spagna, Gioia Tauro, Napoli, La Spezia, Gioia Tauro, Livorno ed, infine, Genova.
Da quel momento la competenza delle operazioni, inizialmente della Procura della Repubblica della Spezia è passata sotto la Direzione Distrettuale Antimafia di Genova ed è stata coordinata sotto l’egida del Dottor Vincenzo Scolastico.
Il container, facente parte di un gruppo di quattro giunti nel porto di Genova è stato trattato con tecnologie che ne consentivano la localizzazione.
Nel frattempo attraverso la ricostruzione effettuata dai Finanzieri sono stati individuati i possibili attori del presunto traffico e sono stati costantemente monitorati nei loro spostamenti e nelle loro comunicazioni che avvenivano avvalendosi di schede telefoniche e internazionali diverse, anche colombiane, su cui l’attività comunicativa procedeva con grande cautela. Alcuni di questi soggetti residenti all’estero sono risultati essere intestatari di attività commerciali gestiste in Spagna ed in Germania.
Individuate alcune possibili basi logistiche dell’organizzazione, tra queste Milano ed Aulla in provincia di Massa, i containers sono stati seguiti sino alla destinazione finale sita in un’area industriale prospiciente un Mobilificio in Aulla, località Pallerone. Successivamente alle operazioni hanno preso parte i Finanzieri del Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata di Genova che hanno supportato operativamente e tecnicamente la complessa attività di ricognizione dell’area in attesa che il container venisse svuotato del carico di copertura e venisse auspicabilmente manomessa la paratia al cui interno, in origine, erano stati occultati gli stupefacenti.
Grazie ai Finanzieri della Guardia di Finanza della Spezia, che si sono nascosti in una cabina dell’Enel eai colleghi del G.I.C.O. è stato possibile, non dopo aver debitamente sviato i cani posti a guardia del capannone industriale e risolto numerose difficoltà tecniche, installare alcune telecamere attraverso le quali poter riprendere il momento in cui intervenire.
Di intesa con il Dottor Vincenzo Scolastico, magistrato inquirente, si riteneva di poter effettuare il blitz nel momento in cui qualcuno avesse tentato di manomettere la controparete.
Il momento atteso è arrivato ieri dopo il rientro di uno degli indagati dalla Colombia. Verificata l’apertura della controparete, attraverso le immagini riprese dalle telecamere installate dai militari del G.I.C.O., gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza della Spezia, hanno effettuato il blitz all’interno del capannone.
Constatata l’effrazione della controparete, con grande sorpresa, mentre erano intenti alle operazioni un cittadino italiano nato a Massa e residente in Spagna, un colombiano residente in Spagna ed un milanese, sono stati trovati 7 autoveicoli con targa tedesca forniti di un incredibile quanto innovativo doppiofondo attivabile tramite un telecomando. E’ stato addirittura scoperto in uno di questi doppiofondo il quantitativo di 10 kg di hashish e denaro contante per un valore di 112.700 Euro, oltre ad un foglio attestante la contabilità del sodalizio criminale per vari milioni di euro. Altre 2 autovetture con doppiofondo sono state sequestrate in un capannone industriale nella disponibilità dell’organizzazione a Milano.
Gli autoveicoli muniti di doppiofondo erano nuovi fiammanti e uno dei quali era stato addirittura collocato in un pulmino per disabili evidentemente ritenuto idoneo a sviare ogni controllo e quindi mezzo utile per svolgere ogni illecito traffico.
I soggetti sono stati tratti in arresto con notifica del provvedimento delegato di fermo di polizia giudiziaria emesso dal dottor Vincenzo Scolastico.
Il commerciante d’auto di Avellino è stato bloccato al momento dell’imbarco su un aereo in partenza per Praga dall’aeroporto di Orio al Serio (BG) e sottoposto ad analogo provvedimento in attesa di valutare il suo coinvolgimento nella vicenda.