Rifiuti, Genova punta sull’organico: raccolta a ponente e in Valpolcevera, indietro il levante

scarpino

Genova. Attualmente, Genova raggiunge una quota di raccolta differenziata vicina al 32 per cento. Ma la nuova frontiera, utile per aumentare la percentuale ancora al di sotto della soglia virtuosa del 65%, sembra essere l’umido e l’autocompostaggio domestico.

Circa il 30% dei rifiuti delle famiglie è composto da materiale organico, scarti alimentari e avanzi di cibo, frutta, verdura, gusci, carta da cucina, fogliame, erbacce ecc. e tramite iniziativa congiunta tra l’Assessorato alla Città Sostenibile di Genova e Amiu, chiunque si impegni a praticare costantemente il compostaggio domestico e ha i requisiti necessari (un giardino, orto o terrazzo di almeno 15 mq) può ottenere anche uno sconto sulla Tia: 10 euro per il singolo utente, 15 euro per il nucleo famigliare con due o più componenti.

Per quanto riguarda l’umido- secondo quanto riportato sul sito del Comune di Genova- attualmente in città si riciclano 600/700 tonnellate ogni 30 giorni: una quantità che dovrebbe consentire di arrivare entro l’anno alle 10 mila tonnellate, con una base mensile superiore alle mille.

Un’accelerazione sensibile sarà possibile solo dopo l’avvio dei nuovi impianti dedicati allo smaltimento del materiale organico che consentiranno anche un notevole risparmio sui trasporti, dato che attualmente le strutture utilizzate risiedono in alcuni casi anche fuori Regione.

Due le novità in arrivo: un impianto che produrrà compost, ovvero un fertilizzante naturale per il suolo, facilmente producibile anche in casa. Amiu sta individuando la zona migliore per un macchinario di questo tipo, che non sarà comunque collocato all’interno del Comune di Genova per la mancanza di aree sufficienti ad ospitare un impianto che necessita di 10-15 mila metri quadrati, per una portata di 40-50 mila tonnellate. La realizzazione dovrebbe iniziare il prossimo anno.

La seconda struttura sarà invece collocata a Scarpino e si occuperà della separazione dei rifiuti organici residuali provenienti dalla spazzatura gettata nei bidoni verdi. A differenza del precedente, non si tratterà di un umido di qualità e quindi non potrà essere destinato alla produzione di compost, ma verrà immesso in un processo di biodigestione anaerobica per l’ottenimento di biogas e quindi di energia elettrica. Entro fine anno il progetto verrà consegnato alla Regione per la valutazione dell’impatto ambientale, successivamente si avvierà la gara per la progettazione esecutiva; la realizzazione inizierà nel 2013.

Intanto il progetto integrato di Amiu e Comune sta piano piano spostandosi da ponente al centro con l’obiettivo di estendere progressiva della raccolta dei rifiuti organici in tutti i Municipi. Il servizio, iniziato dai quartieri di Ponente e Valpolcevera grazie alla disponibilità dell’impianto della Val Varenna (oggi non più utilizzato perché non sufficiente per la quantità di differenziata raggiunta), si sta spostando a piccoli passi verso il centro, con il “porta a porta” presso tutte le attività del centro storico, dove entro il prossimo anno dovrebbero comparire i cassonetti marroni anche nei locali chiusi. Le difficoltà più grosse si riscontrano, invece, a Levante. Il ritardo – si legge ancora sul sito del Comune – che in alcuni casi coinvolge anche i contenitori riservati a plastica, lattine e banda stagnata, è dovuto anche a problematiche logistiche, mancano infatti aree adatte al travaso dei materiali da mezzi piccoli a mezzi grandi.

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