Economia

La risposta degli studenti al caro-libri: boom di mercatini autogestiti

stuzzicalibro

Mercatini dell’usato autogestiti con tanto di ‘vademecum’ per i responsabili. A metterli in piedi per arginare, in proprio, il caro libri i ragazzi della Rete degli studenti che, già dalla fine dell’anno hanno iniziato la raccolta dei testi. Dal reperimento dei ”volontari” disposti a dedicare il proprio tempo al mercatino all’individuazione degli spazi, all’acquisto e catalogazione dei testi, alla pubblicizzazione dell’attività, alla rendicontazione delle vendite sino alla distribuzione dei compensi ovvero il ricavato della vendita (il 45% del prezzo di copertina del volume): il ‘vademecum indica in maniera precisa tutte le operazioni da compiere per mettere in contatto la domanda con l’offerta, evitando così qualsiasi forma di speculazione.

”Gli interventi realizzati e le principali azioni intraprese negli ultimi anni – denuncia la Rete degli Studenti – hanno reso il processo di formazione scolastica un peso economicamente gravante sulle spalle delle famiglie italiane. E’ proprio in questo periodo che si ripresenta la necessità di acquistare i libri per l’anno scolastico alle porte, la cui spesa, accompagnata a quella non indifferente dell’ulteriore materiale necessario allo studente, incrementa inevitabilmente il carovita”.

”La logica delle adozioni dei libri scolastici – evidenziano gli studenti – continua difatti a presentare delle falle evidenti. Il tetto massimo di spesa per i libri di testo imposto dal Ministero della Pubblica Istruzione, che si attesta intorno ai 300 euro, pur essendo già molto alto, è spesso soggetto a rimaneggiamenti da parte dei singoli istituti che tendono a superare la soglia stabilita con prezzi spesso insostenibili per i testi consigliati. Da non tralasciare è il ruolo delle case editrici che, ostacolano la ‘politica dell’informatizzazione della scuola’ e cambiando continuamente le edizioni dei libri, che spesso si distinguono per una o due pagine in più o per una nuova grafica, incrementano progressivamente la speculazione economica sui libri di testo che pesa sugli studenti e sulle famiglie”.

La rete degli studenti denuncia, quindi come, ”il Diritto allo studio, già ampiamente minato dai tagli del governo e dalla riforma Gelmini, trova un’ulteriore limitazione”. Vista la situazione delle famiglie italiane, evidenziano ancora gli studenti, ”non è di certo raro trovare nuclei monoreddito con figli a carico ancora in formazione. Tenendo conto dei recenti dati Istat, saranno 8 milioni gli italiani in stato di povertà relativa. Otto milioni di persone vivono con circa 946 euro mensili ed è pertanto impossibile difendere il Diritto allo studio dato che il costo dei libri si aggira intono a 300 euro per studente, senza considerare il contributo scolastico (che come sappiamo non è mai veramente ”volontario”) che raggiunge picchi anche di 100 – 200 euro l’anno, la cancelleria, eventuali abbonamenti per i trasporti e tante altre spese ancora”.

Da tutto ciò, evidenziano gli studenti, e ”dall’assenza di un welfare studentesco cittadino e regionale reale”, che nasce l’esigenza di un ”servizio che parta dagli stessi studenti e dalla loro esigenza di fornire concretezza ai propri bisogni. I mercatini del libro usato che la Rete degli Studenti Medi organizza in questo periodo in moltissime città d’Italia sono uno dei modi che noi studenti mettiamo in campo per attutire i costi della scuola e garantire il Diritto allo studio di tutti e tutte, anche se sappiamo bene che non dovrebbe essere un nostro compito ma dello Stato italiano prima di tutto”.

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