Genova. “Non vogliamo Gaetano Saya a Genova! NO! al neo nazionalismo in Italia!”, è nata da ventiquattro ore una nuova pagina su Facebook, sull’onda delle polemiche sorte all’indomani della pubblicazione dell’evento “adunata delle camice ocra a Genova” nella bacheca della Guardia Nazionale Italia (poi resa privata), legata a Gaetano Saya e al Partito Nazionalista Italiano.
Forse non casuale, la scelta di Genova ha immediatamente suscitato una levata di scudi da parte della città medaglia d’oro della Resistenza, in primis dal sindaco Marta Vincenzi che, due giorni fa, ha scritto al Prefetto “chiedendogli di effettuare una verifica puntuale su quanto sta succedendo e invitando a riferire al Ministro che la Sindaco di Genova ritiene che una manifestazione di tal tipo sia assolutamente inopportuna”.
E mentre dalla Prefettura continua a non trapelare risposta, le associazioni direttamente coinvolte dagli strali di Saya, ovvero omossessuali, immigrati e comunità ebraiche, sono sul piede di guerra. Ma è direttamente in rete, e in particolare su Facebook, che la protesta assume nuove forme. Oltre alla neonata pagina, e ai commenti sulle bacheche dei profili personali, è nato anche un “controevento”: “No all’adunata nazifascista a Genova!” che ha già raccolto più di 1500 adesioni, e una valanga di contributi, tra post, link e commenti. L’appuntamento è per il 24 e 25 settembre, in concomitanza con le date della presunta adunanza delle camice ocra, al grido di “A Genova non passeranno, se viene concessa l’autorizzazione ai nazi, adunata partigiana!”.
“Genova medaglia d’oro – ha commentato oggi l’assessore regionale Enrico Vesco a margine di una conferenza stampa – non può permettersi una cozzaglia di nostalgici di un perdiodo che il paese vuol invece dimenticare. Come per il cinquantesimo del 1960 saremo pronti a un’altra mobilitazione, ma sono convinto che non si farà. Qualora invece la faccenda vada avanti, la città saprà respingere anche questo tentativo”.