Genova. “Il Sistri aveva implicazione importanti per quel che riguarda la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Abbandonare questo sistema, senza sostituirlo, è stato sicuramente un errore”. Così Carlo Senesi, assessore al Ciclo dei rifiuti urbani del Comune di Genova, parlando con Genova24.it sull’abrogazione del sistema di tracciamento digitale dei rifiuti che avrebbe dovuto entrare in vigore dal prossimo 1 settembre, ma è stato ufficialmente abolito dalla recente manovra economica.
La finalità era in parole povere semplificare le procedure e gli adempimenti amministrativi per la gestione dei rifiuti e combattere il traffico illecito e lo smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi.
“La mia può essere chiaramente solo una valutazione politica e non una valutazione tecnica” spiega Senesi. “Il Sistri era farraginoso, ma la sua importanza risiedeva nel fatto che permetteva la traccibilità dei rifiuti”.
Con la sua abrogazione tutto cambia, e c’è chi lancia l’allarme ecomafie. Anche Senesi si mostra seriamente preoccupato: “E’ chiaramente un possibile favore a chi con i rifiuti lavora e non solo: il sistri coinvolgeva tutte le attività produttive, in altre parole tutte le aziende che producono e scaricano rifiuti. Fare nomi o esprimere valutazioni su chi guadagna direttamente dall’abrogazione del Sistri è però impossibile”.
Intanto su Facebook è scattata la protesta, tramite il gruppo “Attivazione immediata del Sistri”, attivissimo anche tra gli utenti genovesi: “L’improponibile manovra finanziaria del 12 agosto 2011 ha abolito anche il Sistri, un sistema informatico messo a punto dal Ministero dell’Ambiente, gestito dal Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, finalizzato a semplificare le procedure e gli adempimenti amministrativi per la gestione dei rifiuti e a combattere il traffico illecito e lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici e nocivi”.