Regione. Dopo essere stato accantonato per strutturale mancanza di fondi, a Genova si torna a parlare di ospedale di Ponente. Secondo l’assessore alla Sanità, Claudio Montaldo, intervenuto questa mattina all’ inaugurazione di un centro psichiatrico a Prà, “la Liguria, dopo Galliera e nuovo Felettino di Spezia, sarebbe pronta con altri due progetti: l’ospedale del Ponente genovese e quello d’Imperia”.
Ma prima, ha richiesto Montaldo “sarebbe bene che il governo facesse ripartire gli investimenti per l’edilizia sanitaria”. In questo modo Genova potrebbe sostituire Villa Scassi “un ospedale piccolo”, con un “nuovo grande ospedale”. Anche il senatore Ignazio Marino, presente all’incontro, ha richiesto l’intervento dell’esecutivo: “c’é disperata necessita d’investire sulla sanità territoriale, bisogna avere quelle risorse che il governo sta tagliando alle Regioni”.
“Il taglio di 7 miliardi di euro alla sanità pubblica nella manovra del governo è un piano per favorire i privati dal 2013 – ha detto poi Marino, presidente della commissione d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario nazionale – Nonostante il governo, e lo stesso ministro Fazio lo neghi, la sanità pubblica è fortemente penalizzata. C’é un piano, non ho dubbi: indebolire il pubblico perché si possa dire nel 2013 che è inefficiente e bisogna dare i soldi alla sanità privata”.
“E’ un piano terribile, e lo vediamo perché il nostro Paese, tra i Paesi europei, è quello che investe meno di tutti in sanità – ha denunciato – il taglio di 7 miliardi mira a indebolire ciò che è pubblico: sanità e scuola”. Marino ha chiesto la chiusura dei sei ospedali psichiatrici giudiziari,”di fatto manicomi criminali del codice Rocco,luoghi orrendi, da chiudere e sostituire con strutture idonee”.
“Con la commissione sul servizio sanitario del Senato sto conducendo un’inchiesta in tutto il Paese, ci sono delle differenze enormi, in città come Trieste la legge Basaglia è pienamente applicata e quindi le persone che hanno disturbi di mente possono essere accolte in strutture, seguite da personale specializzato”. In altri luoghi “le persone sono abbandonate e così le loro famiglie”.