Politica

Intervista alla Vincenzi: “Dalle carceri all’omofobia, ecco perché l’Italia è lontana dall’Europa”

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Genova. “L’Italia è un paese che non ha ancora raggiunto un grado di civiltà decente”. Così, ieri, la Sindaco di Genova Marta Vincenzi, in prima fila alla fiaccolata di protesta organizzata dai Radicali di fronte al carcere di Marassi.
Sindaco, Marassi scoppia. Cosa si può fare?
Sì, Marassi scoppia e io non credo che i ragionamenti che sono stati fatti in questi anni, quelli di trovare un altro sito o un altro edificio, siano stati l’approccio giusto. Le carceri vanno svuotate. Al loro interno ci dovrebbero essere celle diverse e condizioni igienico-sanitarie migliori, ma il problema vero è il sovraffollamento: c’è il doppio di detenuti di quelli che ci dovrebbero essere, con un tasso di suicidi e di violenze contro se stessi ormai insostenibile.
La soluzione?
La soluzione passa da leggi che dovrebbero essere fatte dal Parlamento e da una diversa impostazione da parte dei Ministeri in termini di risorse. Oggi l’unico vero strumento politico che abbiamo è quello dell’amnistia. Anche se alla radice del problema c’è una impostazione sbagliata del problema, a cominciare dalla mancanza di risorse per finire con la Bossi-Fini. I comuni possono fare molto poco.
Rimanendo in tema di diritti oggi (ieri ndt.) la Camera ha affossato la legge contro l’omofobia.
Me l’aspettavo. Ci siamo spesi il più possibile per questa causa, ma mi sembra di capire che su questi temi siamo ancora molto lontani dalla possibilità di definirci un Paese europeo. E’ un giorno molto triste per tutti.
Il Comune di Genova vedrà prima o poi l’istituzione di un registro per le coppie di fatto?
E’ un proposta che esiste, che abbiamo fatto fin dall’inizio e che il Consiglio Comunale non ha ancora avuto modo di esaminare perché ci sono delle divisioni profonde. Quando si tratta di scelte che possono fare gli amministratori singoli, nel bene o nel male, le facciamo. Per esempio il registro del testamento biologico l’abbiamo interpretato come un ampliamento di un regolamento esistente, con un po’ di critiche, ma l’abbiamo fatto. La proposta di un registro per le coppie di fatto deve essere portata in Consiglio e lì si gioca tutta la spaccatura delle forze politiche. Così com’è il Consiglio Comunale oggi una proposta del genere verrebbe rigettata.
Una spaccatura interna anche alla sinistra quindi.
La destra è tutta contraria, ma anche dentro la maggioranza ci sono sensibilità diverse, in questa fase difficilmente ricomponibili. Temo che questo sia uno dei momenti peggiori per riproporre questo: la gente ha fame, non arriva alla fine del mese, c’è la crisi e la tentazione è quella di pensare che queste siano questioni non così urgenti e immediate. Anche se forse dovrebbe essere il contrario: nei momenti in cui ci sono più difficoltà bisognerebbe aumentare la possibilità per ciascuno di avere maggiori diritti.

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