Genova, il filosofo Latouche su Tav: “Non serve, basta solo consumare meglio”

filosofo serge latouche

Genova. Il filosofo della decrescita, Serge Latouche, che ieri ha preso parte a un incontro della Cgil e della cooperativa ecosolidale Fair a Genova, si è espresso anche in merito alla Tav in Val di Susa. “Rilocalizzare la produzione, prima di tutto l’agricoltura, e per questo non serve la Tav in Val di Susa”, ha esordito.

“Questi grandi progetti servono per far viaggiare le merci – ha detto Latouche – ma è necessario proprio il contrario, consumare meglio e realizzare l’autonomia alimentare. Ogni giorno 8 mila camion vanno dall’Italia alla Francia e viceversa per portare l’acqua San Pellegrino da un lato e l’acqua Evian dall’altro. Nel 2020 non ci sarà più petrolio per far camminare i camion”.

Secondo l’economista, “un altro mondo è possibile, e si può costruire con la decrescita, che è già un programma politico. Occorre capire se vogliamo farlo o no”, ha aggiunto Latouche, che, tra richiami a Spinoza, Keynes, Smith e frequenti punzecchiature a Berlusconi e al berlusconismo, ha snocciolato le cifre della “catastrofe”: dai due ai cinque gradi di temperatura in più sulla terra a fine secolo “all’impronta ecologica insostenibile”, alla sperequazione sociale “con una oligarchia avida e interi popoli schiacciati”. E il capitalismo che spinge perché i consumi aumentino ancora. Di fronte a questo scenario, per Latouche, due sono le opzioni: “o si imbocca una decrescita conviviale oppure si insedierà un fascismo terribile che sacrificherà nove uomini perché uno possa continuare l’attuale stile di vita”.

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