Genova. “Genova 2001-2011”: l’inizio della settimana del ricordo del G8. Parla Vittorio Agnoletto, uno dei leader del movimento no global.
Una riflessione, a distanza di dieci anni: “Sono cambiate tante cose, oggi sappiamo la verità, su molte delle cose che sono avvenute in quei giorni: abbiamo la verità su Bolzaneto, sappiamo la verità sulla Diaz. Ci sono venticinque poliziotti condannati per la Diaz, compresi tutti i vertici. Abbiamo la verità ma non abbiamo la giustizia, perché a causa della prescrizione nessuno sconterà la condanna. Non abbiamo la verità sulla morte di Carlo Giuliani. Abbiamo chiesto e preteso una nuova ricostruzione di quell’avvenimento, un dibattito pubblico e non ci è stato concesso”.
Agnoletto poi invita a parlare di contenuti, quello che dieci anni fa fu proposto e cosa è accaduto poi nel mondo: “Dieci anni fa avevamo parlato di Tobin tax, oggi lo fa la Merkel, dicevamo attenzione se andiamo incontro a questo modello di sviluppo andremo incontro a una grave crisi, e oggi è sotto gli occhi di tutti, dicevamo attenzione l’80 per cento della ricchezza nelle mani di pochi significa andare incontro a una guerra permanente, che è quello che è avvenuto”.
A questo punto bisogna però domandarsi cosa potranno significare questi giorni che del ricordo: “Torniamo a Genova, dieci anni dopo, con la conquista della verità, non c’è ancora stata giustizia. Il movimento è stato colpito dalla repressione, e ha modificata anche la proposta di interventi. Noi parlavamo di fame del mondo e ci siamo trovati a dover difendere la democrazia, a chiedere giustizia, a doverci legittimare come movimento, però abbiamo ottenuto una vittoria pochi giorni fa: quella del referendum affonda le sue radici qui a Genova”.
Rimane sui contenuti Agnoletto e allontana ogni invito alla auto-critica: “Se c’è da fare auto-critica è per quello che è successo dopo. Dal 2003 quello straordinario movimento non esiste più, ma in quei giorni cosa avremmo dovuto fare, stretti tra forze dell’ordine e black block?”.