Finanziaria, tagli alla cultura: Ranieri soddisfatto delle parole del ministro Galan

Andrea ranieri ass. com.

Genova. I tagli alla cultura sono un punto dirimente in ogni finanziaria. Quelli della cultura sono i soldi che spesso sono indicati come “spese improduttive”. Genova, in quest’estate in cui molti di coloro che offrono gratuitamente cultura sul territorio si sono lamentati dei tagli, si sta accorgendo di quanto queste “spese improduttive” siano fondamentali come tessuto connettivo, come tentativo di costruire un’identità comune, per non parlare della possibilità di uscire di casa e non doversi sobbarcare ulteriori costi per passare una serata diversa.

E’ chiaro però che i bilanci vanno rispettati e che se si aggiungono fondi da una parte se ne tolgono dall’altra. Il ministro dei beni culturali Giancarlo Galan assicura che la manovra non conterrà tagli diretti alla cultura. L’assessore alla cultura del comune di Genova, Andrea Ranieri, questa volta in veste di delegato Anci, accoglie con favore le parole di Galan. “Il Ministro Galan ha preso atto della insostenibilità delle norme contenute nella Legge 122/2010 (manovra 2010), che limitavano fortemente l’autonomia degli Enti locali per la gestione delle iniziative culturali da parte dei Comuni italiani e ha preso – afferma Ranieri – un impegno solenne di una modifica radicale di quelle norme in sede di conversione della manovra di quest’anno”.

“Il Ministro – aggiunge – ha poi dato conto di un risultato, dal suo punto di vista importante, il fatto cioé che in questa manovra non sono previsti tagli al bilancio della cultura. Notizie positive – evidenzia Ranieri – che in qualche modo sono la prima risposta alla mobilitazione che l’Anci e il mondo della cultura italiana hanno messo in atto in questi mesi. Peccato però che queste intenzioni rischiano di essere vanificate dai pesantissimi tagli alle Regioni, Province e Comuni contenuti nella manovra. Prendiamo quindi atto con soddisfazione che non ci sono stati ulteriori tagli alla cultura ma esprimiamo viva preoccupazione – conclude – perché questa manovra colpisce proprio quelle istituzioni che hanno dato più di altre, in questi anni, alla cultura”.

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