Genova. In tempi di esami e scrutini, anche i manager liguri hanno deciso di dare le “pagelle” ai politici, locali e nazionali, per spronare gli amministratori ad abbassare la pressione fiscale, tagliando sprechi e inefficcienze, ma soprattutto per tastare il polso a chi governa o a chi è in corsa per farlo.
I dirigenti d’azienda liguri hanno “dato i voti” a cinque politici nazionali (Pierluigi Bersani, Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini, Maurizio Sacconi), cinque regionali (Claudio Burlando, Antonino Miceli, Claudio Montaldo, Pippo Rossetti, Matteo Rosso) e altrettanti colleghi genovesi (Matteo Campora, Marcello Danovaro, Francesco Miceli, Enrico Musso e Marta Vincenzi), sulla capacità mostrata di rispondere al meglio ai problemi posti dalla crisi.
Primo posto per il superministro, titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, l’unico ad aggiudicarsi la sufficienza (6,2) sui 15 in lizza. Ultimo posto: l’attuale sindaco di Genova, Marta Vincenzi, con il punteggio più basso riscontrato.
“E’ risultato apprezzato chi si è dimostrato in grado di prendere decisioni difficili ma coerenti – spiega Marco Vezzani, presidente del Cida Liguria, Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità – e poco apprezzato chi invece si limita a produrre solo chiacchiere. Ad esempio il primo classe è il ministro Tremonti, con sufficienza piena, perché è uno dei pochi che sta tenendo la barca a galla. Marta Vincenzi, invece, ha ottenuto la maglia nera con un voto molto basso”.
Al contrario il suo eterno e prossimo sfidante, Enrico Musso, risulta al secondo posto dopo Giulio Tremonti, con un punteggio di 5,6 vicino alla sufficienza, “probabilmente – spiega ancora Vezzani – per la capacità di comunicare e per la concretezza”. Terzo, il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta con 5,5. Quarto, il capogruppo Pdl in Regione, Matteo Rosso, primo fra i cinque politici regionali, seguito di poco dal governatore Claudio Burlando (5,3), in quinta posizione, al pari del Ministro all’Istruzione Maria Stella Gelmini.
Seguono con la media del 5, il ministro del Lavoro, Maurizio Saccone (5,2), l’assessore regionale al Bilancio, Pippo Rossetti e il collega in comune, Francesco Miceli (5,1). Cinque pieno per il leader Pd, Pierluigi Bersani e per Matteo Campora, capogruppo in Comune per il Pdl.
Pienamente insufficienti, spiccano l’assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo (4,9), il capogruppo Pd in Comune Marcello Danovaro (4,8), il capogruppo Pd in Regione (4,7) e fanalino di coda, l’ex professoressa Marta Vincenzi (4,5).
Dalle pagelle dei manager emergono inoltre due elementi: un netto distacco tra classe politica e ceto produttivo, e, altro dato interessante, sottolinea Vezzani: “molti politici non sono conosciuti, questo significa che o comunicano male o non si preoccupano di rendere noto cosa stanno facendo”.
Tutti gli esponenti locali sottoposti alle “pagelle” sono stati incontrati dal vertice Cida che ha presentato le richieste della categoria. Successivamente, ai soci di Cida (circa 2 mila in Liguria) è stato chiesto di “dare le pagelle”, esprimendo per ogni esponente politico indicato nella scheda un voto (o anche un non voto) sulla base della percezione di come essi abbiano operato rispetto ai punti che ci preoccupano.
“Naturalmente – conclude Vezzani – si tratta di un gioco senza valore statistico, ma ci ha colpito la durezza dei giudizi espressi e addirittura il rifiuto, da parte di moltissimi iscritti, perfino di avere il minimo contatto con la politica. Credo sia un altro messaggio, l’ennesimo, di quanto pericoloso sia il distacco tra chi produce e chi dirige il Paese”.
Le pagelle con i voti assegnati sono stati consegnate ai politici dal preside del liceo e dal presidente del Cida Liguria, Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità, Marco Vezzani, alla presenza del presidente nazionale del Cida, Giorgio Corradini.
Alberto Maria Vedova- Tamara Turatti