Cronaca

Genova, Coop Liguria: bilancio 2010 positivo nonostante la crisi

Genova. L’economia ristagna da qualche anno, e la crisi si sente in tutti i diversi settori. Anche la Coop Liguria, che oggi ai Magazzini del Cotone di Genova ha approvato il suo bilancio del 2010, ha dovuto affrontarla.

I cinquecento delegati in rappresentanza dei 500 mila soci della Coop Liguria, hanno confermato Francesco Berardini come Presidente, che ha tenuto a sottolineare come “Reagendo alla crisi abbiamo migliorato il nostro modo di lavorare, mantenendo l’impegno di tutelare il potere d’acquisto dei Soci e dei consumatori”.

Certo le difficoltà che Coop ha dovuto affrontare non sono state solo quelle della crisi economica, ma anche quella dell’aggressiva campagna portata avanti da Esselunga e in particolare da Bernardo Caprotti con il libro “Falce e carrello”.

Come noto la Coop ha ricevuto 50 mila euro come risarcimento per quella che è stata ritenuta una campagna sleale e denigratoria. Questi soldi sono stati devoluti in beneficienza all’Istituo Gianninna Gaslini di Genova.

L’Assemblea ha ospitato anche una tavola rotonda aperta al pubblico sul tema ‘Pianificazione urbanistica e sviluppo delle attività produttive: problemi e possibilità di intervento’ alla quale hanno preso parte Marta Vincenzi, Giovanni Calvini, Presidente Confindustria Genova, Enrico Montolivo, Ad Giglio Bagnara, Bruno Giontoni, Presidente Mario Valle Spa, Francesco Berardini, Presidente Coop Liguria Scc.

In questa tavola rotonda il sindaco ha tenuto a precisare che:”Nel Piano Urbanistico Comunale preliminare che abbiamo elaborato e che in una logica di condivisione intendiamo sottoporre alla valutazione della città, abbiamo raccolto alcune proposte concrete di sviluppo, da attuare in un arco di tempo breve, non oltre i prossimi dieci anni. Nonostante i limiti del nostro territorio, che è carente di spazi da destinare a investimenti produttivi e ha evidenti difficoltà di carattere logistico, dobbiamo puntare al recupero delle aree degradate, favorendo nuovi insediamenti, capaci di creare occupazione. Dobbiamo sostenere l’industria, la ricerca, le attività produttive, la portualità e il turismo, ma con scelte sostenibili, che migliorino la vivibilità delle aree residenziali. Il piano urbanistico deve rispecchiare l’idea che abbiamo di ciò che vogliamo diventare: una città più grande e con minori squilibri. Per invertire la rotta – età anagrafica sempre più avanzata, emigrazione dei giovani verso altre città, incapacità del settore produttivo di integrare gli immigrati – dobbiamo migliorare il tessuto sociale, guardando anche a chi viene a Genova come studente o ricercatore e aprendoci a una dimensione internazionale. Per riuscirci, servono percorsi condivisi tra amministratori, imprenditori, società civile”.

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