Genova. Non è stata una dimenticanza da poco quella dell’avvocato di fiducia di un genovese condannato in contumacia a due anni di reclusione per ricettazione. Il legale, infatti, non comunicò la sentenza al suo cliente e non presentò nuppure appello. L’uomo, una volta che la sentenza è passata in giudicato, è stato condotto in carcere per espiare la pena.
Assistito dai nuovi legali, gli avvocati Emanuele Lamberti e Giorgio Torrigino, ha presentato istanza di restituzione in termini per poter proporre l’ impugnazione della sentenza: la corte d’appello di Genova, presieduta da Raffaele Di Napoli, ha accolto la sua richiesta ordinando la sua immediata scarcerazione.
La decisione è stata assunta in base al principio, riconosciuto anche dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo, secondo cui una negligenza del difensore non può danneggiare l’imputato a meno che quest’ultimo non vi abbia concorso. La vicenda risale al maggio 2010 quando l’uomo fu condannato a due anni di reclusione e a 600 euro di multa per un reato che sarebbe stato commesso nel 2006.
In difetto di impugnazione, la sentenza è passata in giudicato e l’uomo, nel marzo scorso, è stato condotto in carcere nonostante si sia difeso sostenendo di non aver mai ricevuto comunicazione dell’ avvenuta condanna dal suo difensore di allora. Quest’ultimo, nella prima udienza camerale, aveva riferito di aver tentato senza successo contatti epistolari o telefonici con il suo cliente ma non ha presenziato alla seconda udienza né ha prodotto la documentazione promessa. Gli avvocati Lamberti e Torrigino si sono rifatti ai principi dettati dalla Cedu insistendo per l’accoglimento della richiesta.