Riva Trigoso. Dopo 260 ore consecutive il presidio dei lavoratori dello stabilimento di Riva Trigoso è terminato, in concomitanza con l’annuncio del ritiro del piano industriale che, per il cantiere del Tigullio prevedeva un forte ridimensionamento sulla carta visto dai più come una chiusura mascherata.
“Abbiamo vinto tutti insieme – commenta da Roma il sindaco di Sestri Levante, Andrea Lavarello al termine del vertice che ha decretato il ritiro del piano – questa non è stata solo una battaglia dei lavoratori, ma di tutto un territorio e soprattutto della città. Eliminato il quadro punitivo e sbagliato dentro cui ci avevano costretti, possiamo finalmente ripartire da una prospettiva nuova che sappia affrontare le criticità esistenti e allo stesso tempo gli elementi positivi, così da trovarci pronti quando la crisi finirà”.
Il cantiere di Riva Trigoso, il più grande in Liguria per numero di dipendenti e per superficie è anche lo stabilimento che al momento ha anche più commesse, con il minor tasso di assenteismo fra i lavoratori e l’indice più altro di produttività. “Se si stabilisce che le navi militari si programmano in via Cipro e si costruiscono a Riva e al Muggiano – sottolinea Lavarello – allora è probabile che avremmo commesse a sufficienza senza bisogno di ricorre alla cassa integrazione”.
La soddisfazione a Riva Trigoso e in tutto il Tigullio, è palpabile. “Lo stabilimento di Riva Trigoso – afferma il sindaco Collorado – rappresenta l’attività più importante di tutto il Tigullio, se il piano fosse andato avanti sarebbe stato un danno irreparabile per il territorio”. Terminato il blocco della portineria del cantiere, Sergio Ghio, responsabile Fiom per il Tigullio ha commentato così il ritiro del piano iindustriale: “Una Caporetto per l’amministratore delegato Giuseppe Bono che ha ufficialmente ritirato il nefasto progetto di ridimensionamento della Fincantieri.
Ovviamente non abbasseremo la guardia – ha concluso il sindacalista- ma certamente ora si ripartirà a discutere del futuro della Fincantieri su basi non calate dall’alto ma con nuovi presupposti di investimenti e di certezza dei posti di lavoro”.