Economia

Cassa integrazione 2011, Cna: “Il 70% dei dipendenti rientra al lavoro”

cna

Genova. Nel primo quadrimestre 2010 la richiesta di cassa integrazione in deroga a livello regionale, (richiesta tramite l’Eblig – Ente bilaterale ligure dell’artigianato ), era pari a 86 aziende, ed ha interessato 385 lavoratori; nello stesso periodo del 2011, invece, il numero delle imprese è sceso a 28 e i lavoratori interessati si sono ridotti a 122.

“Un segnale positivo, ancora da analizzare a fondo e tenere monitorato nella seconda parte dell’anno ma estremamente importante. Le imprese artigiane liguri – dice Marco Merli, presidente regionale di CNA Liguria – hanno tirato la cinghia, e hanno dimostrato di saper reagire, compiendo forti sacrifici ma non cessando di investire e di cercare nuovi posizionamenti sui mercati: Questo dato è ancora più significativo vista anche l’inesistente crescita economica dell’Italia, ferma al palo dello sviluppo, rispetto ad altri Paesi europei che viaggiano a ritmi di crescita ben superiori al nostro, sostenuti da una politica economica da parte dei Governi che mette in atto strategie anti-cicliche, una chimera per l’Italia”.

“Tuttavia in CNA – continua Merli – siamo molto preoccupati, perché sempre più numerosi sono gli eventi che mettono a rischio il comparto artigiano. Come quello di FINCANTIERI, per fortuna per adesso superato, che avrebbe messo a rischio 2500 stipendi e più di 300 d’imprese dell’indotto solo a Sestri, senza contare Riva Trigoso e Muggiano. Anche il FOTOVOLTAICO è un settore che stava andando veramente bene, tanto che le imprese del settore stavano assorbendo manodopera e facendo assunzioni. Anche qui si stava delineando una Caporetto, per le migliaia di piccole imprese che si sono convertite alle energie alternative, sventata grazie all’impegno delle associazioni di categoria e degli enti territoriali, in particolar modo grazie all’impegno dell’assessore Guccinelli, che ha subito semplificato le norme e progettato nuovi fondi regionali per sostenere il settore.

I tagli governativi indiscriminati hanno messo in forte crisi l’azione della Regione Liguria, ad esempio con la riduzione dei fondi per l’internazionalizzazione, ponendo a rischio l’efficacia di un’azione volta a portare sui mercati esteri l’artigianato e le piccole imprese. CNA ha portato oltre 300 piccole imprese sui mercati esteri grazie a questi fondi”.

Il tessuto dell’imprenditoria diffusa ha ancora una volta dimostrato la volontà di voler restare sul mercato, tocca ora alle istituzioni, in primo luogo al Governo nazionale, decidere finalmente una politica economica che supporti lo sviluppo, diminuendo l’esagerata pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro, sbloccando gli investimenti pubblici già deliberati e sostenendo gli sforzi di innovazione e internazionalizzazione degli artigiani e dei piccoli imprenditori. Occorre ridare fiato alla finanza regionale, soprattutto se finalizzata al sostegno dello sforzo economico delle imprese.

“Alla Regione CNA Liguria chiede di tagliare le spese improduttive – conclude Merli – di limitare la cultura assistenzialista, diminuire la burocrazia, di rendere gli appalti pubblici accessibili alle piccole imprese applicando lo small business ed una forte riduzione di società partecipate e agenzie speciali che stanno monopolizzando gli investimenti pubblici e sottraendo risorse al libero mercato su cui vivono le piccole imprese. Nel contempo chiede di proseguire tutti assieme la lotta contro le infiltrazioni della malavita organizzata e più in generale la corruzione e il sommerso: veri cancri per la vita della maggioranza delle imprese che vogliono e lottano per lavorare nella legalità.

Mancano infine strumenti di analisi della piccola media impresa anche nel campo della Cassa integrazione. La cassa integrazione non può restare un numero: ore, imprese, lavoratori. È necessario unire le forze e far confluire i dati in un osservatorio regionale costituito presso l’EBLig per verificare le buone pratiche per il reintegro dei lavoratori, per salvare le aziende: insomma le politiche per l’occupazione non possono essere efficaci senza un’analisi qualitativa sul fenomeno che mostri come si riesce a rientrare sul mercato e prevenire la disoccupazione. L’artigianato e le piccole imprese rappresentano quasi l’80% dell’occupazione ligure e nessuno comprende lì importanza di investire per conoscere questo  mondo”.

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