Busalla, Barbieri su RSA: “Struttura non ospedaliera, il Frugone va usato diversamente”

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Busalla. “Nella prossima seduta di consiglio comunale, prevista l’8 giugno, il presidente del consiglio Bastianutti presenterà una nuova mozione condivisa focalizzata sul primo intervento. Si spera che possa essere votata all’unanimità”.

E’ l’anticipazione che dà l’assessore Antonello Barbieri parlando di sanità, di chiusura dell’ospedale Frugone e delle necessità che devono essere prese in considerazione per la Valle Scrivia. Il primo pensiero va all’ultimo consiglio comunale, dove la mozione già votata in altri comuni della Valle non è passata.

“L’RSA è una struttura che di ospedaliero ha davvero poco, – dice l’assessore – essendo caratterizzata dal ‘minutaggio’ e cioè che ogni paziente ha a disposizione il medico e l’infermiere per un certo periodo di tempo al giorno: 6 minuti il medico e 11 minuti l’infermiere. E’ una risposta sanitaria insignificante”.

Il sindaco Pastorino ha però l’obbligo di firmare le autorizzazioni di competenza comunale per l’apertura della struttura Rsa, ma sia il primo cittadino che la giunta non hanno intenzione di prendere questa strada.

“In Valle Scrivia ci sono molte altre strutture – spiega Barbieri – in cui si può inserire un’RSA. Il Frugone, invece, deve essere utilizzato per altro. E’ stato ristrutturato da poco con una spesa ingente, in questo momento si stanno concludendo alcuni lavori per la certificazione antincendio, è un centro moderno. E’ necessario lavorare assieme per fare in modo che Asl e Regione scelgano di utilizzare la struttura in modo da rispondere alle esigenze del territorio. Anni fa si parlava di un centro di riabilitazione con 120 posti letto e una settantina di dipendenti. Era il massimo che si potesse desiderare, ma poi la proposta, pur essendo stato firmato il protocollo, è stata abbandonata. Ora è necessario trovare una via di mezzo tra un CICA e un’RSA, dove il malato può essere seguito dallo staff medico a tempo pieno. Ce n’è bisogno, Busalla è baricentrica e strategica, quindi è giusto pensare al Frugone”.

Se poi si pensa alla situazione sanitaria genovese non si sta passando un bel periodo: la chiusura del Frugone e dell’ospedale di Recco, la concentrazione al Villa Scassi, l’idea di aprire centri di primo intervento decentrati alla città.

“Il Frugone potrebbe diventare per un primo tempo una casa della salute con ambulatori attrezzati, visto che i locali sono già idonei. Si potrebbero concentrare lì la diagnostica e gli ambulatori che oggi sono a Borgo Fornari, un po’ scomodi e senza posteggio. In un secondo tempo con un lavoro da parte di tutti si potrebbe trovare la soluzione giusta per utilizzare la struttura al meglio”.

“Noi della giunta siamo decisi a non firmare per l’autorizzazione dell’RSA, anche se sappiamo che in qualche modo riusciranno a passare oltre le nostre firme”.

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