Economia

Slow Fish: consumo responsabile e pesca sostenibile

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Genova. “Slow Fish è il luogo in cui ricominciamo a conoscere e a far conoscere il mare, perché quello che è chiarissimo è che non si può più sfuggire a un rapporto sempre più stretto tra pesca e ambiente”. Così il governatore della Liguria, Claudio Burlando, oggi durante la conferenza stampa conclusiva di Slow Fish.

Con l’importante presenza della Commissaria Ue agli affari marittimi e pesca Maria Damanaki che ha sposato la campagna di Slow Fish sul consumo responsabile di pesce, la manifestazione di Genova è diventata occasione per gli organizzatori di diventare interlocutori politici anche in sede europea.

Questo è il punto più importante sottolineato dal presidente della Regione Liguria, da Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, Francesco Bruzzo, consigliere della Fondazione Carige e Silvio Greco, presidente del Comitato scientifico di Slow Fish.

“Prendiamo in mano questo tema così importante, piuttosto che subirlo, con l’aiuto di tutti – ha continuato Burlando – L’asse del nostro lavoro dei prossimi anni, in collaborazione con Fondazione CARIGE e con le province liguri, è quello di creare un rapporto sempre più stretto con le comunità dei pescatori liguri perché il successo sta nell’incrementare la ligusticità dell’iniziativa”.

Attraverso convegni, incontri, laboratori e degustazioni si sono affrontati i temi legati alla produzione ittica sostenibile e al consumo responsabile.

“Nel corso degli anni siamo riusciti a costruire una rete tra i migliori esperti del settore ittico e a coinvolgerli negli eventi di Slow Fish – ha detto Silvio Greco. Questi scienziati sono a disposizione del pubblico e della stampa per dare una informazione chiara e precisa sui temi della pesca. Per non danneggiare le comunità di pescatori è fondamentale comunicare attraverso dati e ricerche scientifiche”.

La quinta edizione di Slow Fish, manifestazione quest’anno in sofferenza economica a causa della riduzione dei finanziamenti, ha visto un calo di visitatori. Il minor afflusso di pubblico in gran parte è da imputare al momento dell’anno in cui si è svolto l’evento: la bella stagione ha fatto sì che il pubblico locale optasse per altre soluzioni per il loro week-end. Normalmente l’evento avrebbe dovuto svolgersi a metà aprile, ma la coincidenza con Euroflora ha imposto uno spostamento di calendario.

Roberto Burdese ha commentato questo dato aggiungendo: “I passaggi alle ore 14.00 di oggi, ultimo giorno della kermesse, sono stati 40 000. Un pubblico numericamente inferiore (l’edizione 2009 ha registrato 55 000 passaggi) ma senz’altro di qualità e informato sulle tematiche affrontate. A testimoniare la competenza dei visitatori è stata la grande affluenza alle degustazioni guidate (Laboratori e Teatri del Gusto) che hanno registrato il tutto esaurito, le vendite di testi alla Libreria del Mare (il doppio rispetto al 2009), il successo dei percorsi didattici come l’area Slow Sushi e Personal Shopper curati dall’Università di Scienze Gastronomiche. Una preparazione del pubblico apprezzata anche dagli espositori che hanno espresso il loro piacere nel lavorare in un ambiente così competente”.

Già durante i quattro giorni di Slow Fish si è iniziato a pensare al futuro della manifestazione. Tra i progetti, l’idea di far convergere su Genova tutte le più importanti campagne internazionali sui temi del mare e del consumo responsabile.

“La regione Liguria è un presidio di grande valore, ma molto vulnerabile da tutelare e sostenere – ha concluso Francesco Bruzzo – per far ciò è necessario coinvolgere tutte le istituzioni, superando i campanilismi per raggiungere il comune obiettivo. Crediamo quindi sia un imperativo categorico continuare a sostenere i progetti di Slow Food come stiamo facendo con Mareterra di Liguria”.

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