Genova. “Il pesce deve essere lasciato crescere fino alla giusta misura”. La commissario europea per la pesca Maria Damanaki, ieri madrina dell’inaugurazione ufficiale dela quinta edizione di Slow Fish 2011 ha ribadito un concetto fondamentale per il settore ittico e in special modo per quello ligure: si alla pesca di bianchetti e cicciarelli, ma un fermo divieto di cattura del novellame, come i bianchetti, no alla pesca dei bianchetti.
Damanaki ha annunciato che il piano della pesca dell’Unione, che dovrebbe essere varato questa estate dal Parlamento, va nella direzione della sostenibilità ambientale. “Non si possono difendere gli interessi economici a corto respiro – ha detto – ma dobbiamo guardare al futuro ed evitare che le risorse ittiche spariscano”. La Damanaki ha fatto felici Carlo Petrini patron di Slow Food e Roberto Burdese, presidente nazionale del movimento. E qui si gioca la sfida della Ue: garantire la possibilità di mangiare pesce a tutti i cittadini europei senza danneggiare le risorse. “Dobbiamo diffondere il consumo del pesce – ha detto la Commissario – perché, come viene ben spiegato anche qui a Slow Fish, è uno degli alimenti più nutrienti: studi scientifici hanno dimostrato che gli Omega 3 – ha detto Damanaki – hanno incidenza sulla salute mentale e che c’é uno scarso sviluppo della mente dei bambini se ne vengono assunti pochi durante la gravidanza”. Slow Fish fa incontrare tutto il mondo della pesca intorno al tavolo proprio per spingere verso scelte più consapevoli: “Se al mercato o alla grande distribuzione chiediamo sgombro, palamita e sugarello – spiega Silvio Greco – responsabile del comitato scientifico – avviamo un cambiamento che risalirà lungo la filiera fino al pescatore e al produttore”. Gli sforzi maggiori della Ue saranno contro la pesca illegale usando anche mezzi nuovi come un sistema a punti che dopo un numero di infrazioni, oltre alla multa, fa scattare il ritiro della licenza. “Dobbiamo però fare approvare dal Parlamento la riforma – ha concluso Damanaki – che naturalmente incontra delle resistenze da parte di ambienti che non sono a conoscenza dei danni già prodotti dalla pesca indiscriminata”. In prima fila, su questo fronte, c’é la Regione Liguria. Sottolineato il suo presidente, Burlando: “Ci fa piacere che la Ue riconosca il valore delle piccole pesche costiere, una tradizione che da un contributo importante alla nostra economia”