Genova. Centinaia di persone, parenti, amici, esponenti del mondo politico, hanno varcato la soglia di Palazzo Tursi per dare l’ultimo saluto al “sindaco tranviere”, Fulvio Cerofolini, figura storica nel panorama genovese, ricordato per il suo impegno costante nella vita pubblica della città e del paese.
In prima fila tra i fiori nella sala, il labaro dell’Anpi, i gonfaloni di Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova campeggia la scritta “Sindaco e partigiano, con affetto la città di Genova” su una gigantografia di Fulvio Cerofolini. Vicino al feretro, la moglie, Ardenia, e i due figli, Mariella e Diego. Tre registri delle presenze sono stati posizionati sui tavoli all’ingresso del Salone di Rappresentanza del palazzo da cui Cerofolini guidò Genova dal ’75 all’85.
Sindaco di Genova dal 1975 al 1985, negli anni caratterizzati dalle tensioni sociali e dallo spettro del terrorismo, è stato in seguito parlamentare socialista, presidente del consiglio regionale e difensore civico del Comune. Attualmente era presidente provinciale dell’Anpi.