Sanità, Burlando: “Le tasse? Sono l’ultimo rimedio”

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Regione. Tra poche settimane si saprà se la Regione attiverà le tasse per pareggiare un eventuale deficit nei conti della sanità. “Sono sempre l’ultimo rimedio, sapete come la penso – ha detto oggi il presidente Claudio Burlando – Per fare fronte alle ridotte risorse ricevute per la sanità abbiamo una gamma di interventi chiara su cui potremo agire. Tra poche settimane sapremo come siamo messi. Direi che il quadro del bilancio della sanità è di tenuta – ha aggiunto Burlando -. Rispetto al passato abbiamo 128 milioni in meno dal riparto nazionale ma l’obiettivo come si sa è di non avere un deficit sanitario superiore al 5% del fondo disponibile, per cui il margine è migliore”.

Per raggiungere l’obiettivo la Regione sta mettendo a punto una manovra che prevede “razionalizzazioni e risparmi – ha detto Burlando -, l’uso di risorse regionali, ridotte però ai minimi termini, interventi sulla spesa farmaceutica che hanno già portato 2,5 milioni di risparmio, cartolarizzazioni, ticket sugli accessi ai pronto soccorso, leva fiscale. Se la somma raccolta arriverà al totale mancante, accanto a qualche voce potremo scrivere zero”

“Di sicuro – ha detto Burlando – il sistema sanitario deve ormai capire bene che non potremo mai tornare indietro ai tempi in cui ogni deficit veniva ripianato con il debito. Lo Stato questo non lo farà mai più e le risorse saranno sempre meno. Serve perciò l’impegno di tutti per risparmiare dovunque è possibile e potere investire dove è necessario, cioé nella cura dei pazienti”.

Burlando ha ricordato che la Liguria ha una spesa superiore alle altre regioni per la presenza di una popolazione molto anziana e che anche le cure dedicate ai bambini che vengono da tutta Italia al Gaslini hanno costi più alti della media: “crediamo e speriamo che prima o poi questa specificità ci verrà riconosciutà”. Per quanto riguarda le nuove strutture, il presidente ha ricordato che “siamo ancor in attesa dei fondi per gli ospedali che abbiamo progettato e non possiamo perciò pensare ancora a quelli che verranno. Non è più tempo di fare debiti”.

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