Genova. E’ stata una delle giornate più lunghe nella storia recente dei tifosi sampdoriani, iniziata questa mattina con i soliti riti scaramantici e proseguita poi con il lungo corteo partito da piazza De Ferrari che ha raggiunto lo stadio di Marassi poco prima della partita.
I supporter blucerchiati sono stati il 12° uomo in campo per tutti i 90 minuti del match con il Palermo cantando e incitando la squadra con cori e bandiere sempre al vento. Non hanno mai mollato, non hanno smesso quando ha segnato Fabrizio Miccoli, non si sono rassegnati quando il Lecce ha segnato contro il Bari.
Le urla della sud sono diventate quaasi assordanti quando il gol di Pinilla aveva di fatto condannato la Sampdoria alla retrocessione.
A fine partita solo capitan Palombo, in lacrime, ha avuto il coraggio di andare sotto la curva, sotto i suoi tifosi che ancora non smettevano di urlare il loro amore per i colori blucerchiati.
Solamente quando, dopo oltre 10 minuti, la squadra è rientrata in campo ed è andata verso la Sud lo stadio ha cambiato atteggiamento e ha iniziato a fischiare e a gridare “Buffoni buffoni” nei confronti della squadra.