Cronaca

Rapallo, Giro d’Italia: Wouter Weylandt morto sul colpo, aperta inchiesta

Rapallo. Iniezioni massicce di adrenalina e atropina, massaggio cardiaco prolungato, assistenza rianimatoria immediata. Ma Wouter Weylandt non ce l’ha fatta: il cuore del corridore ventiseienne della Lepard Trek ha cessato di battere dopo il volo dalle due ruote e lo schianto sull’asfalto, in un tratto della discesa del Bocco. E’ morto sul colpo. E’ il momento del lutto e della costernazione in una giornata che sembrava splendida per la terza tappa del Giro d’Italia, tra Reggio Emilia e Rapallo, trasformatasi a pochi minuti dal traguardo in una tragedia.

Lo staff medico ha subito raggiunto il corridore che giaceva a terra privo di sensi. E’ stato chiesto l’intervento di un’eliambulanza che ha provato a raggiungere il luogo dell’incidente, a circa 20 km da Rapallo. In attesa di trasportarlo in ospedale, sono continuati i tentativi di rianimare sul terreno il ventiseienne belga. Tutto è risultato inutile: “Wouter Weylandt è deceduto”, ha comunicato il 118 a Genova24.it, notizia confermata dal medico del Giro, il professor Giovanni Tredici.

“C’è stata una caduta la cui dinamica è in corso di accertamento. Immediatamente dopo la caduta siamo arrivati, eravamo dietro al gruppo – ha detto a caldo il dottore – Il corridore era già in stato di incoscienza con una frattura cranica estesa. Abbiamo tentato una rianimazione facendo tutto quello che si doveva fare, ma dopo 40 minuti abbiamo dovuto sospendere il tutto. Nonostante il soccorso immediato, purtroppo non c’è stato nulla da fare”.

L’organizzazione del Giro d’Italia ha deciso di annullare il cerimoniale previsto per la premiazione alla fine della terza tappa della corsa, vinta in un clima angosciato e straziante dallo spagnolo Angel Vicioso. A breve il team manager della Leopard Bryan Nygaard incontrerà tutti i corridori: spetterà a loro decidere se proseguire il Giro o ritirarsi.

Una storia quella del Giro d’Italia intrecciata a tre tragedie mortali sulle due ruote. Nel 1952 Orfeo Ponsin morì nel corsa della tappa Siena-Roma cadendo lungo la discesa della Merluzza. Nel 1976 Juan Manuel Santisteban morì ad Acireale, prima tappa, dopo avere sbattuto la testa contro un guardrail. Nel 1986 perse la vita l’italiano e neoprofessionista Emilio Ravasio: cadde nel corso della prima tappa, mentre la morte sopraggiunse dopo due settimane di coma. Oggi la tappa Reggio Emilia-Rapallo, la terza del 94° Giro d’Italia, ha strappato alla vita il giovane Wouter Weylandt.

Il sostituto procuratore di Chiavari Francesco Brancaccio ha dato il nulla osta per il trasferimento del corpo all’ospedale di Lavagna dove saranno eseguiti gli esami autoptici. Sulla morte del ciclista verrà aperta un’indagine che chiarisca la dinamica dell’incidente.

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