Genova. Agg. h.12.30. La situazione si sta via via rasserenando. Tre sindacalisti sono stati ricevuti dal Prefetto e ora, mentre una parte di lavoratori ha incominciato a defluire da via Roma, almeno 400 persone rimangono nella zona della Prefettura ad attendere l’uscita dei rappresentanti sindacali.
Agg.h. 12.05. Al momento il bilancio degli scontri fra polizia e manifestanti ammonta a tre feriti. Un operaio Fincantieri, infatti, ha preso una manganellata in testa e ora sta perdendo parecchio sangue. Ferito anche altri due lavoratori, in maniera più lieve. Intanto continuano a volare pietre e bottiglie e una finestra della Prefettura si è infranta. Si alternano momenti di forte tensione con attimi di tranquillità, ma la rabbia dei lavoratori è ovviamente tanta e quindi il rischio che la situazione possa degenerare è sempre presente.
Agg.h.11.55. Dopo i primi scontri tra manifestanti, continua il presidio dei lavoratori Fincantieri davanti alla Prefettura. I dipendenti scandiscono slogan e insulti contro Giuseppe Bono, amministratore delegato dell’azienda e hanno esposto uno striscione contro di lui e contro il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. All’interno del palazzo della prefettura ha da poco fatto ingresso il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, accompagnato dal presidente del Consiglio regionale Rosario Monteleone e da alcuni assessori. La delegazione sta incontrando il prefetto di Genova, Francesco Musolino, a cui intende chiedere un incontro urgente con il governo
Sono arrivati in via Roma i dipendenti Fincantieri di Sestri Ponente e stanno tentando di entrare in tutti i modi all’interno della Prefettura. In questo momento circa una quarantina di caschi blu sta impedendo l’entrata dei lavoratori, che continuano a insistere, spingendo e lanciando petardi, fumogeni e oggetti vari contro il portone della Prefettura.
Intorno alle 11,30 è partita una carica da parte dei manifestanti nei confronti della polizia, che continua a mantenere un atteggiamento di difesa e di contenimento. Continuano a volare bottiglie e oggetti pesanti contro il portone, mentre il coro “Lavoro, lavoro”, si alza nell’aria.
La situazione continua a essere molto tesa perché la rabbia dei lavoratori è tanta. “Sarà dura, ma resisteremo – dichiara Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil – insieme a noi sono scesi in campo anche lavoratori di altre realtà aziendali. Questo problema, infatti, riguarda tutti e non solo i diretti interessati”.
Jenny Sanguineti – Alberto Maria Vedova