Giustenice (Savona). Era solito frequentare anche Giustenice, piccolo paese dell’entroterra savonese, il sacerdote di Sestri Ponente accusato di violenza sessuale su minori e cessione di stupefacenti. Il Comune della Val Maremola era il luogo del “ritiro spirituale” per don Riccardo Seppia, che trascorreva alcune settimane in una delle parrocchie a pochi chilometri dalla costa di Pietra Ligure.
Il religioso, parroco della chiesa di Santo Spirito a Sestri, solitamente soggiornava un paio di settimane d’estate e anche qualche giono d’autunno nella canonica giustenicese di San Lorenzo. Don Seppia celebrava anche messa e veniva visto qualche volta passeggiare per le vie del paese e nei sentieri circostanti. Non mancava, inoltre, di partecipare alle sagre locali. Di qui il rincorrersi di voci anche nel piccolo paesino savonese.
“Suscita sconcerto e preoccupazione quello che emerge dall’indagine genovese – commenta il sindaco di Giustenice, Ivano Rozzi – Ci auguriamo che i fatti sui quali stanno indagando gli inquirenti siano circoscritti ad episodi che non riguardano il nostro territorio. La notizia, per chi nel nostro paese conosceva o aveva anche solo visto questo sacerdote, desta inquietudine”.
Le indagini che hanno portato in cella don Seppia sono state condotte dai Nas perché i militari del Nucleo Anti Sofisticazione stavano indagando su un giro di anabolizzanti usato nelle palestre e saune milanesi. Nel corso di intercettazioni i militari si sono imbattuti in un giro di cocaina che aveva il centro di spaccio a Milano, città dove venivano a rifornirsi spacciatori e consumatori da tutta Italia. Intercettando i pusher, i militari sono giunti agli adolescenti genovesi e da questi a don Riccardo Seppia al quale, appunto, oltre all’accusa di violenza sessuale su minori, viene contestata anche la cessione di stupefacenti.
Altre tre persone risultano indagate: si tratterebbe di un ex seminarista, di 40 anni, accusato di prostituzione minorile e che potrebbe avere avuto un ruolo nell’adescamento degli adolescenti; un commerciante genovese e un uomo di Milano di cui non si conosce ancora la professione, entrambi accusati di cessione di stupefacenti.
Le indagini sono state avviate per verificare un presunto giro di anabolizzanti usato nelle palestre e nelle saune del capoluogo lombardo. Tra i frequentatori di queste strutture ci sarebbe stato anche don Seppia. Questi non si sarebbe limitato a usufruire dei servizi sportivi o di benessere, ma sarebbe stato anche acquirente di stupefacenti. Lo scopo non sarebbe stato quello di assumere la sostanza ma, secondo indiscrezioni, di scambiarla, una volta tornato a Genova, con i ragazzini, presumibilmente in cambio di prestazioni sessuali. Da indiscrezioni risulta che le frequentazioni del parroco nelle saune e nelle palestre di Milano fossero abbastanza assidue.
Una volta rientrato a casa, l’annuncio della disponibilità di droga veniva fatto con sms che inviava dal proprio telefono cellulare. Ai ragazzi faceva sapere di avere con sé la “neve” e li invitava ad andare a trovarlo a casa, proprio vicino alla chiesa dello Spirito Santo di via Calda, a Sestri Ponente. I carabinieri avrebbero intercettato anche telefonate e sms rivolti a conoscenti, tra i quali, sembra, anche l’ex seminarista indagato per prostituzione minorile, in cui commentava e descriveva i rapporti e gli incontri avuti con i ragazzi.
In particolare, al centro dell’inchiesta ci sarebbero gli abusi subiti da un chierichetto della zona, di 16 anni. Al vaglio degli investigatori, inoltre, ci sarebbero altri episodi, forse limitati ad approcci: approfondimenti sono in corso per comprendere se il prete abbia avuto relazioni – ed eventualmente di che natura – con un altro ragazzino minorenne, un maggiorenne e un quarto la cui età non è stata ancora stabilita dagli investigatori, di cui don Riccardo parla nelle numerose intercettazioni. Chi ha avuto modo di ascoltare le intercettazioni ha parlato di frasi “irripetibili”.