Roma. Dopo le indiscrezioni trapelate in merito al piano industriale di Fincantieri, il Partito Democratico è molto critico nei confronti del Governo.
“Se il Governo Berlusconi ritiene che si possa consentire un drammatico ridimensionamento di Fincantieri, con 2550 esuberi e con la chiusura degli stabilimenti di Genova e Castellammare di Stabia, ce lo venga a dire in Parlamento assumendosi le responsabilità per una vertenza a lungo sottovalutata”.
A chiederlo è il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, sottolineando che “il silenzio del Premier sulla crisi di Fincantieri appare sempre più come una sorta di colposa complicità, o implicito avvallo, verso lo smantellamento di un settore industriale che nel mondo intero è garanzia di qualità, sicurezza e innovazione”.
“Un Paese circondato da 9 mila chilometri di coste non può permettersi di rinunciare alla cantieristica navale, settore che é da sempre un fiore all’occhiello per l’industria nazionale”, afferma Meta, ricordando “agli autorevoli esponenti del Governo che solo oggi sembrano accorgersi della crisi del settore cantieristico e che liquidano affermando che ‘non si puo’ affrontare in termini politicì, che le prime indiscrezioni sul piano di esuberi di Fincantieri erano già note lo scorso mese di settembre e che per questo motivo i lavoratori avevano già scioperato trovandosi di fronte ad un silenzio assordante da parte del Governo. Non c’é stata una sola iniziativa di concertazione – prosegue – , nessun intervento da parte del Ministero allo Sviluppo Economico, dopo mesi di interim affidato al Premier. Tutto ciò è da irresponsabili e il Paese non può più tollerare l’incredibile mancanza di strategie industriali del Governo Berlusconi che assiste da spettatore allo smantellamento progressivo dei più importanti insediamenti produttivi”.