Cronaca

Ospedale Recco, il comitato si trasforma in associazione: non tutti d’accordo sul ricorso

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Recco. “7 mila firme: riapriamo l’ospedale di Recco”. Ecco la scritta apparsa sul cartello del comitato contro la chiusura del polo ospedaliero Sant’Antonio durante la finale di scudetto tra Rari Nantes e Ferla Pro Recco. Proprio stasera, tra l’altro, si svolgerà l’assemblea costituente della futura associazione alla quale tutti gli iscritti e i partecipanti al comitato potranno partecipare. “La maggioranza della popolazione del Golfo Paradiso ha deciso di ricorrere al Tar e noi li abbiamo ascoltati – spiega Giovanna Copelli – chi non era d’accordo si è distaccato. Fino ad adesso eravamo un comitato spontaneo, ma da stasera diventeremo un’associazione di promozione sociale”.

Gli avvocati Boetto e Fanin dello studio Granara, lunedì hanno notificato il ricorso al Tar  contro la delibera della Regione Liguria e quanto prima avvertiranno il comitato della notifica. “In quell’occasione organizzeremo sicuramente qualcosa davanti all’ospedale”, continua Copelli. Intanto la futura associazione, che conta già più di trecento iscritti, fra cui il sindaco di Recco Dario Capurro in qualità di privato cittadino e l’ex primo cittadino Buccilli, ha ricevuto, a titolo gratuito, dal Lyons Golfo Paradiso, la possibilità di fissare la propria sede a Recco in piazzale Olimpia 32. Presso questa sede sarà possibile iscriversi, oltre che presso il banchetto in piazza del Comune, alla futura associazione no profit di promozione sociale, che si chiama “Vergogna”, e raccogliere informazioni sull’andamento del ricorso e le varie iniziative dell’associazione stessa.

Secondo Paola Cassinelli del Quercio, che fin dalla nascita del comitato spontaneo per la difesa dell’ospedale di Recco, si era schierata al fianco di Giovanna Copelli spiega che: “Sono loro che si sono allontanati dal comitato originale – dice – dopo il nostro sciopero della fame, infatti, abbiamo ottenuto molte cose dalla Regione e secondo noi non era necessario proseguire con il ricorso al Tar. Abbiamo infatti ascoltato il parere di tre avvocati amministrativi e ci hanno tutti sconsigliato questo percorso, destinato quasi sicuramente alla sconfitta in tribunale”.

“La lotta che abbiamo portato avanti in questi mesi ha già portato risultati positivi. Era prevista la chiusura totale dell’ospedale e invece siamo riusciti ad avere il servizio di proctologia, radiologia, diabetologia, chirurgia vascolare, senologia e ortopedia. Ora l’assessore Montaldo ci ha promesso anche una Tac – spiega – sappiamo che le risorse finanziarie sono poche e quindi possiamo in parte essere soddisfatti”.

Questa la visione della parte del comitato spontaneo che ha deciso di non apppoggiare la decisione del ricorso al Tar. Copelli, invece, spiega l’importanza del ricorso, che ricorda essere stato richiesto dalla maggior parte della cittadinanza: “Il ricorso non compromette l’apertura degli ambulatori, peraltro già presenti prima del 23 marzo sul territorio, ma blocca la chiusura del Pronto Intervento e il trasferimento dei reparti a Villa Scassi. L’adesione al nostro ricorso è un segno ben chiaro di volontà di cambiamento della gestione della cosa pubblica, il Comitato come la futura associazione, rivendica la propria vocazione apartitica infatti nell’organigramma non potranno essere incluse persone iscritte a partiti che potranno comunque partecipare alla vita dell’associazione e alle varie iniziative”.

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