Genova. Dopo la perizia che lo ha dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere all’epoca dei fatti, per Ivano Damiano Paganetto il pm ha chiesto il rinvio a giudizio.
L’uomo, 37 anni, in cura per problemi psichici, nel gennaio scorso aveva ucciso il patrigno con un coltello da cucina nel loro appartamento di Pegli, ritendolo responsabile dei problemi di famiglia.
Davanti alla madre, Paganetto aveva colpito il patrigno Luciano, 77 anni, che lo aveva allevato come un figlio fin da piccolo, con una lama lunga 40 cm, per 15 volte, e aveva poi tentato il suicidio.
Ivano, che aveva una passione sfrenata per gli scacchi, era in cura da diversi anni per una forma di psicosi schizofrenica ma nell’ultimo periodo prima dell’omicidio, rifiutava le medicine perché temeva di essere avvelenato, motivo questo di liti con i familiari.
Secondo quanto confermato dai due periti l’uomo soffre di schizofrenia paranoide e al momento dell’omicidio aveva avuto uno scompenso psicotico acuto, dovuto all’interruzione della terapia.