Genova. Saranno necessari ancora alcuni mesi “un paio, o forse meno” per sapere se e quando il progetto della moschea genovese potrà prendere il via, così come auspicato dalla giunta Vincenzi che vorrebbe chiudere la “pratica” entro fine mandato.
Ma prima dell’intesa ufficiale tra il Comune e l’apposita Fondazione che la Comunità Musulmana dovrà istituire con atto notarile, gli islamici liguri devono sciogliere l’ultimo nodo interno: il capannone di via Coronata 2 acquistato una decina di anni fa, deve passare da Waqf Al Islam, l’ente proprietario dei beni islamici affiliato all’Ucoii, su cui si erano concentrate non poche polemiche, alla Fondazione, per ottenere il diritto di superficie nella nuova area del Lagaccio, in via Bartolomeo Bianco. A quel punto si potrà procedere con il progetto vero e proprio.
“Stiamo lavorando in questa direzione, un terzo del terreno per la costruzione del marciapiede è già stato ceduto – spiega Zahoor Ahmad Zargar, presidente dei musulmani liguri – ma siamo a buon punto per risolvere definitivamente il problema e procedere così con l’istituzione della Fondazione. Servirà ancora qualche mese”. Il passaggio sancirà anche un altro aspetto importante, a detta della stessa comunità. “Neppure noi vogliamo interferenze dall’esterno, al contrario vorremmo che i genovesi si sentissero proprietari della moschea insieme a noi”. In questo senso, anche se ancora a livello teorico, il progetto dell’edificio, che dovrebbe sorgere al Lagaccio, nell’area dietro il campo da calcio, secondo Zargar dovrebbe “migliorare la città” e “costituire motivo di vanto per tutti i genovesi” oltre che, naturalmente, per i fedeli che raggiungerebbero il capoluogo da tutta la Liguria.
“A oggi non abbiamo nessun vero luogo di culto a disposizione – sottolinea il rappresentante dei musulmani liguri – e ci ritroviamo a pregare nei sottoscala. Sarebbe un grande risultato per tutti”. O quasi. “Non siamo connotati politicamente, anzi abbiamo cercato il dialogo con tutti i soggetti coinvolti, non solo con il Comune con cui abbiamo una sorta di filo diretto, ma anche con la Lega. Dal punto di vista religioso – conclude Zahoor Ahmad Zargar – abbiamo sempre avuto buoni rapporti con le altre comunità presenti sul territorio, da quella cristiana a quella atea senza mai riscontrare problemi. Ci sentiamo parte di questo paese, i nostri figli in primis, e vorremmo collaborare per migliorare la società”.