Genova. Internet è ormai uno dei motori che spinge la nostra società, ma sono molte le insidie che si nascondo dietro a questo potente mezzo, soprattutto per i più giovanissimi. Per questo motivo la polizia postale e l’ufficio scolastico regionale hanno stipulato un protocollo d’intesa sul progetto “Web in cattedra”, consistente in una diffusa opera di sensibilizzazione, rivolta agli insegnanti, agli studenti e ai genitori, sulle responsabilità e sui rischi connessi all’utilizzo della rete.
E’ proprio di oggi l’ultima notizia riguardante 7 ragazzini genovesi adescati su Facebook da pedofili che fingevano di essere loro coetanei. “Questo è un problema in forte crescita e noi abbiamo cercato di fare sistema per fare arrivare un messaggio, che fatica solitamente a giungere, visto che gli utenti su Facebook sono sempre di più, sono sempre più piccoli e sempre più indifesi – spiega Paola Capozzi, primo dirigente della polizia postale e delle comunicazioni – Le famiglie raramente hanno la percezione di quanto sia grave questo problema, che non è solo circoscritto alla pedopornografia, ma anche a tutta una serie di altri reati”.
“Per fare questo tipo di sensibilizzazione abbiamo coinvolto le scuole, ma l’anno scorso ci siamo resi conto che spesso chi veniva agli incontri non era chi aveva bisogno di ricevere il messaggio – continua la dirigente – per cui abbiamo pensato di lavorare in sinergia con l’ufficio regionale scolastico, per individuare due insegnanti per ogni istituto in Liguria che, dopo una formazione adeguata, possano fare da antenne sul territorio per questo tipo di problematica”.
Capozzi spiega che questo sarà solo il primo passo. “L’obiettivo successivo sarà quello di andare a lanciare i messaggi ai ragazzi da una parte, ma soprattutto ai genitori, di cui abbiamo bisogno per far capire ai giovani la gravità del problema – continua – Un genitore dovrebbe limitare il più possibile gli accessi in internet e su Facebook. Mi rendo conto che sia difficile, però bisogna avere una spalla su cui poter contare”.
“La rete è un mezzo strepitoso, ma dobbiamo renderci conto che non possiamo dare una Ferrari a chi non ha la patente – conclude la dirigente – per cui dobbiamo insegnare a questi ragazzi a guidare. Spesso i genitori non hanno il tempo o l’esperienza per poterlo fare e noi, nel nostro piccolo, vorremmo aiutarli”.
Jenny Sanguineti – Alberto Maria Vedova