Genova. Da vittima di furto a vittima di estorsione: è quanto capitato a un cittadino nordafricano gestore di un negozio di Kebab in via G.B D’Albertis che la notte dell’11 maggio non ha più trovato il suo scooter nel posto abituale.
L’uomo ha subito presentato regolare denuncia di furto, non sapendo, però, che la vicenda avrebbe avuto ben altri risvolti. Pochi giorni dopo, infatti, è stato contattato da un uomo che, spacciandosi per un meccanico di un’autofficina a Recco, lo informava di aver ricevuto in consegna dai vigili urbani il suo ciclomotore.
Dopo questo primo contatto è arrivata la seconda “strana” telefonata: una donna qualificatasi come impiegata di un’agenzia di recupero crediti, chiedeva all’uomo una somma pari a 350 euro per la restituzione del mezzo.
Ma il ristoratore, forse fiutando il tentativo di estorsione, non è caduto nella trappola e ha rimarcato alla sedicente impiegata che il ciclomotore gli era stato rubato e che non era nelle sue intenzioni pagare alcuna somma per riaverlo.
A quel punto, tramite le ricostruzioni telefoniche e l’attività investigativa, gli agenti della squadra investigativa del commissariato di San Fruttuoso, coaudiuvati dal Vice Questore Aggiunto, Massimo Capozza, sono risaliti facilmente alla coppia di ricattatori.
Martedì pomeriggio l’uomo, trentenne, è stato fermato a Recco a bordo dello stesso scooter rubato. Da lui gli agenti sono risaliti alla donna, risultata poi essere la sua compagna. Per entrambi è scattata la denuncia per tentata estorsione in concorso, mentre per l’uomo si è aggiunta anche la denuncia per ricettazione.