Genova. Con la scusa di fare compagnia ad una signora anziana, si fece sottoscrivere una procura generale per avere cointestati i conti correnti dai quali avrebbe prelevato del denaro. Questa l’accusa per cui una donna, una studentessa poco più che ventenne all’epoca dei fatti, è stata condannata in primo grado a 3 anni e mezzo e oggi, con la richiesta del pg in appello, rischia la conferma della pena.
Secondo l’accusa la giovane avrebbe anche avuto modo di poter utilizzare bancomat e carta di credito. Secondo quanto fu accertato durante l’inchiesta la giovane acquistò, tra l’altro, un’auto Mercedes e, insieme al fidanzato, si recò in viaggio in un’isola caraibica. Le condizioni di salute dell’anziana poi peggiorarono e la giovane si fece rilasciare dal medico di famiglia un certificato in cui sosteneva che la signora era capace di intendere e di volere e, quindi, in grado di fare testamento.
Fu il medico, nominato amministratore di sostegno quando l’ottantenne ebbe un ictus, ad accorgersi del raggiro e a denunciare la vicenda in Procura.