Genova. Agg. h. 12.45. Circa 30 minuti fa si è conclusa la manifestazione in piazza De Ferrari, ora tornata quasi alla normalità, dopo che una folla si era radunata intorno al palco in occasione dello sciopero generale della Cgil.
Al grido di “Più democrazia nel lavoro” i due cortei ufficiali organizzati dalla Cgil per lo sciopero generale di oggi, sono confluiti in piazza De Ferrari, che di minuto in minuto appare sempre più germita. Sul palco allestito davanti al palazzo della Regione, intanto, sono iniziati i primi comizi davanti a una folla composta da precari, lavoratori di ogni settore, giovani e anche da una piccola delegazione di immigrati tunisini, che da cinque giorni sta facendo lo sciopero della fame alla stazione di Ventimiglia.
E mentre un elicottero dei carabinieri sorvola e sorverglia l’intera zona di piazza De Ferrari e dintorni, bandiere rosse sventolano tra la folla e una quantità infinita di slogan si innalzano nell’aria, accompagnate nel sottofondo dalle note di “Bella ciao”. Dal palco, invece, si spiegano le motivazioni dello sciopero e prendono la parola i lavoratori: “La Cgil porta in piazza la voce di tutti coloro che dicono basta! Oggi siamo qui per far ascoltare le testimonianze dirette di chi lavora, di chi affronta ogni giorno sulla propria pelle le problematiche lavorative”.
“Quella di oggi è senza dubbio una scelta di grande responsabilità, perché in questo momento di crisi chiedere ai lavoratori di scioperare rappresenta un grande sacrificio. Non si può però andare avanti in una situazione in cui il lavoro è sempre meno, non si fanno politiche a sostegno dell’occupazione e dello sviluppo e le imprese scaricano sui lavoratori le contraddizioni della competitività – spiega Renzo Miroglio, segretario generale Cgil ligure – Inoltre, il lavoro da un lato è sempre più precario, dall’atro è mal pagato per colpa delle tasse che colpiscono lavoratori e pensionati sui quali grava un prelievo fiscale inaccettabile anche a causa del fatto che altri soggetti non le pagano come invece accade in altri paesi civili”.
Bruno Manganaro, segretario genovese Fiom, parla di un primo risultato raggiuntio. “I lavoratori della Fiom chiedevano lo sciopero nazionale da molti mesi, come hanno dimostrato le nostre numerose manifestazioni – spiega – Quello di oggi, però, è solo l’inizio di quello che dovrò essere un percorso per rispondere concretamente all’attacco che il padronato vuole portare al mondo del lavoro. Finché avremo forza, cioè il supporto labvoratori, noi andremo avanti a lottare”.
Jenny Sanguineti – Alberto Maria Vedova