Genova. Per distinguere la loro merce originale da quella taroccata, che di solito circola nei vicoli del centro storico, sulla refurtiva in vendita lasciavano addirittura le etichette con il prezzo del negozio in cui l’avevano rubata. Per questo motivo tre donne romene, Adelina Ramona Capota, Marioara Farcas e Dorel Dumbra, sono finite in manette e un uomo di orgine sarda, ma residente a Genova, è stato denunciato per lo stesso reato. Questo è il bilancio di un’operazione messa in atto dal nucleo operativo dei carabinieri di Sampierdarena, seguita a una lunga indagine che ha portato alla cattura dei malviventi e alla scoperta di una refurtiva consistente, composta da circa 200 borse di marca, profumi, orologi e cosmetici, per un valore complessivo di circa 56 mila euro.
“A seguito di un primo sequestro a due cittadine romene, è partita l’indagine attraverso cui abbiamo capito che il traffico di merce rubata era ben più ampio di quanto potesse apparire in un primo momento – spiega il capitano Alessandro Corda – siamo riusciti a risalire al gestore locale del traffico. Si tratta di una cittadina di nazionalità romena, nei confronti di cui la magistratura ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare. Nel frattempo abbiamo perquisito un altro appartamento, scoprendo altra refurtiva oltre a quella già recuperata in casa della gestrice”.
I carabinieri hanno in parte ricostruito anche il modus operandi delle taccheggiatrici in gonnella. “Molta merce, in particolare le borse, arrivava dall’ outlet di Serravalle Scrivia e si presume sia stata raccolta in diversi momenti e a opera di più persone – conclude Corda – I profumi, gli orologi e i cosmetici, invece, provengono principalmente da vari negozi del centro cittadino. Tutta la refurtiva, infine, veniva rivenduta fra le comunità straniere di Genova, anche alle prostitute”.