Genova. Si chiama Massimo Amato l’uomo 40enne che l’altra sera è stato aggredito assieme ad un suo amico ai giardini della stazione Brignole.
Stava andando a prendere l’autobus quando ha visto due gruppi, una trentina di persone in tutto, prendersi a botte davanti alla fermata del bus e si è trovato in mezzo alla rissa.
“Ho cercato di scappare, – ha detto la vittima – ma mi sono preso delle bottigliate in testa. ma io non ero lì con quel gruppo. Ero per i fatti miei con il mio amico”.
L’uomo, secondo quanto sostiene il suo legale, non apparterrebbe ad alcuna banda di latinos. Studia in un istituto tecnico, il padre è un pensionato italiano. Nei prossimi giorni il Tribunale dei minori, che si occupa delle indagini, fisserà l’udienza di convalida dell’arresto dei quattro presunti aggressori.
Amato avrebbe dovuto cominciare a lavorare in porto la prossima settimana insieme con il padre. “Mi sarei occupato di caricare le cambuse delle navi, per la ditta dove lavora il mio papà. Ma credo che per un po’ dovrò rimanere disoccupato ancora”.
“Ho iniziato a fare il barista a 20 anni – racconta – Non volevo studiare. Mesi fa ho lasciato Genova per andare a lavorare in un bar in Toscana con un mio amico, ma non è andata bene e sono tornato qui”.
“Sono sempre stato una testa calda da giovane. E mi è capitato tante volte di finire in mezzo a una rissa. Ma adesso ho messo la testa a posto e proprio per questo volevo allontanare quei ragazzi, per evitare che la situazione degenerasse. Ma appena mi sono girato mi hanno colpito in testa e poi sono scappati. Se lo avessi avuto davanti, quello con la spranga, non ci sarebbe riuscito a colpirmi”.