Genova. La Sanità Pubblica, in tutto il paese, è sottoposta a dure riduzioni di risorse che vanno ad incidere pesantemente sulle possibilità di avere accesso, con tempi e modi adeguati, a tutte quelle prestazioni sanitarie che garantiscono la salute di tutti i cittadini, quindi anche dei più deboli.
“La situazione economica relativa ai conti della sanità ligure è molto pesante a seguito della suddivisione del riparto al tavolo stato-regioni, che non ha garantito un’adeguata ‘pesatura’ della popolazione anziana ligure tra i criteri di ripartizione e che non ha premiato l’enorme sforzo di risanamento del bilancio compiuto nei cinque anni di governo di centro sinistra della Regione – spiegano Alessandro De Venuto e Rossella Ridella, rispettivamente responsabile Regionale Salute e responsabile Genova Welfare e Sanità – Il Pd ligure e genovese si trova pertanto di fronte ad una grande responsabilità: deve essere in grado sostenere il piano di riorganizzazione sanitaria già avviato tenendo conto dei cambiamenti delle condizioni della salute della popolazione nel futuro prossimo. Occorre non confondere gli obiettivi con i vincoli da rispettare ( l’obiettivo degli ospedali è la cura delle malattie in acuto e non il rispetto dei tetti di spesa)”.
“In questa direzione è fondamentale la razionalizzazione degli interventi sanitari piuttosto che il loro ‘razionamento’. Questo può avvenire attraverso un’attenta analisi delle esigenze epidemiologiche territoriali e su scelte basate su evidenze cliniche (Evidence Based Medicine) e su strutture sanitarie (Evidence Based Health Care) avendo come obiettivo condiviso la salute del cittadino – continuano – In quest’ottica pensare a strutture in grado di erogare servizi è determinante: il progetto dell’ospedale del ponente genovese è quindi centrale come la programmazione di tutte quelle strutture (piastre ambulatoriali) che rappresentano il futuro della rete sanitaria in una città come Genova la cui complessità induce a non relegare il dibattito a un mero confronto tra enti”.
Il Piano Urbanistico Comunale attualmente in elaborazione non prevede vincoli d’uso definiti, ma lascia spazio alla progettualità. “Le aree definite come ‘servizi’ comprendono anche quelli sanitari, Villa Bombrini non ne è esclusa ed il Pd, a seguito di una decisione assunta a livello di direzione provinciale, ha identificato quella come area baricentrica per il Ponente e la Val polcevera e quindi adatta alla realizzazione dell’ospedale. Si può utilizzare il PUC per fare una valutazione organica delle aree destinate ai diversi presidi sanitarie – spiegano – Le strutture ospedaliere ora presenti non sono in grado di rispondere alle necessità di una parte di provincia genovese abitata da circa 300 000 persone. Inoltre, bisogna immaginare e prevedere quale sarà la sanità del futuro: nell’arco di soli dieci anni la medicina ha compiuto passi da gigante attraverso nuove tecnologie diagnostiche e mediche. Un nuovo ospedale pertanto deve proporsi un certo grado di ‘modulabilità’ in modo da contemplare la possibilità di accogliere nuove apparecchiature o reparti adeguati alle continue innovazioni”.
“Qualsiasi scelta deve essere fatta attraverso una valutazione globale che abbia il bene del cittadino come unico punto di riferimento, e non il ‘particolare’ di singoli e di territori. Le scelte future dovranno essere improntate alla massima trasparenza e quindi con l’unico criterio del merito, della capacità e della qualità dei risultati – concludono i due esponenti del Pd – Questo ci permetterà di sviluppare una sanità moderna e razionale che si prenda in carico, con efficienza e senza sprechi, la salute di tutti i liguri, in ogni epoca della loro vita”.