Genova. “La gestione del caso specifico non è mia competenza ma degli organi dell’associazione Arcigay”. Valerio Barbini, erroneamente presentato come portavoce di Arcigay, precisa la sua reale posizione sulle indiscrezioni relative alla frequentazione di associazioni affiliate ad Arcigay di un sacerdote accusato di “spaccio” e “violenza sessuale” riportate da un quotidiano.
“Non ho rilasciato ufficialmente nessuna considerazione in merito – spiega Barbini -Incontrando per strada un giornalista gli avevo semplicemente fatto presente quanto segue: che Arcigay ha in Liguria circa 6000 iscritti, che non tutti i tesserati liguri si tesserano nella nostra regione e tra i nostri tesserati ve ne sono che hanno fatto la tessera in altre regioni, che Arcigay come tutte le associazioni iscrive chi ne faccia richiesta a meno che non sia a conoscenza di motivazioni gravi. Che in questi casi è sempre stata prassi dell’associazione tutelarsi facendo le opportune verifiche.
Per tutto quello che non riguarda la prassi dell’associazione non ci è stata ne può esservi alcuna mia dichiarazione in merito”.
Inoltre, Luca Trentini, Segretario Nazionale Arciga chiarisce che “l’accesso alle associazioni è vietato l’accesso ai minorenni. L’associazione vigila costantemente affinché all’interno delle associazioni affiliate non avvengano illeciti. Arcigay nel caso di illeciti sospende il socio responsabile in attesa dei pronunciamenti della Magistratura. Per l’accesso alle associazioni affiliate è fatto d’obbligo presentare la tessera in corso di validità e che il tesseramento ad Arcigay è aperto a tutte e tutti i maggiorenni. Nel corso dei sui trent’anni di vita Arcigay ha tesserato più di 500 mila persone e annualmente accoglie più di 150 mila soci gestendo con professionalità e rigore l’accesso alle proprie strutture”.