Genova. In questi minuti si sta svolgendo in carcere a Marassi l’interrrogatorio di don Riccardo Seppia. Gli inquirenti dovranno trovare risposta alla molteplicità degli interrogativi che ancora rimangono senza risposta.
Gip Annalisa Giacalone dovrà chiarire almeno 3 punti. 1) Cosa ha fatto don Seppia sabato, poco prima dell’arresto, quando si è barricato in casa in attesa che le forze dell’ordine venissero a prelevarlo? Si è sbarazzato della droga che ancora teneva in casa o di altre prove? Quali?
2) Ci sono stati altri ragazzi abusati oltre all’accertamento relativo al sedicenne (dicembre 2010)? Come noto, infatti, i Nas stanno indagando su dieci casi. Nel caso si accertassero questi abusi gli inquirenti devono indagare cosa venisse dato in cambio: soldi? Droga? Cos’altro?
3) Specificare il ruolo del seminarista arrestato.
Se queste sono le domande da rivolgere a don Riccardo Seppia, ne rimangono altrattente ancora più incisive da fare a chi gli ha attribuito la parrocchia di Santo Spirito di Sestri Ponente. Le accuse lanciate da don Casassa, ex parroco di Recco, sono inequivicabili: già vent’anni fa don Seppia aveva rapporti morbosi con i giovani frequentatori della parrocchia. Perchè nessuno lo ha fermato prima?