Cronaca

Genova, caso don Seppia: droga in cambio di sesso

don seppia riccardo bagnasco

Genova. Il caso di don Riccardo Seppia che sta sconvolgendo la comunità sestrese e che ha raggiunto una ribalta e una visibilità nazionale, continua a presentare nuovi aspetti. Il quadro si definisce e allo stesso tempo la trama si fa sempre più intricata, con nuovi episodi criminosi che vengono alla ribalta e il coinvolgimento di altre persone. Innanzitutto si parla di un ex seminarista di 40 anni indagato per prostituzione minorile. Il ruolo che gli sarebbe attribuito è appunto quello di adescare i giovani e giovanissimi. Questo dal lato dello sfruttamento della prostituzione. Dal lato del commercio di stupefacenti invece, il filone su cui tutta l’indagine della polizia era partita, vede coinvolti un commerciante genovese e un uomo di Milano.

In questo modo si capisce anche perchè le indagine fossero state seguite dai Nas di Milano e non direttamente dal nucleo genovese. Nel corso delle intercettazioni, infatti, i militari si sono imbattuti in un giro di cocaina che aveva il centro di spaccio a Milano, città dove venivano a rifornirsi spacciatori e consumatori da tutta Italia. Secondo quanto si è appreso, tra i frequentatori di saune e palestre milanesi ci sarebbe stato anche don Riccardo, che oltre a utilizzare i servizi del centro benessere sembra fosse anche acquirente di stupefacenti. Il particolare più inquietante, patologico e crimianle è che lo scopo dell’acquisizione di queste sostanze non sarebbe stato quello dell’autonoma assunzione ma, secondo indiscrezioni, dello scambio per i prestazioni sessuali.

Dopo ogni frequentazione di questi luoghi nel milanese, l’annuncio della disponibilità di droga veniva fatto con sms che inviava dal proprio telefono cellulare. Ai ragazzi faceva sapere di avere con sé la “neve” e li invitava ad andare a trovarlo a casa, proprio vicino alla chiesa dello Spirito Santo di via Calda, a Sestri Ponente.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.