Genova. Interrogato oggi per rogatoria nel carcere di Marassi dal gip Massimo Cusatti, Donato Fratto, presunto boss della ‘ndrangheta arrestato sabato a Genova mentre stava per imbarcarsi alla volta di un motoraduno in Sardegna, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo, 54 anni, residente in Svizzera ricercato con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso è accusato di essere affiliato alla ‘ndrangheta.
Secondo quanto riferito dai carabinieri è stato più volte intercettato mentre parlava con il boss Bruno Nesci, massimo rappresentante delle cosche in Germania, del rinnovo della cariche di vertice all’interno delle cosche reggine. Fratto, inoltre, preannunciava la visita di affiliati alla ‘ndrangheta nel ”locale” di Frauenfeld (Germania), acquisendo anche informazioni sul numero di affiliati presenti nel locale di Singen. Secondo gli investigatori, avrebbe svolto anche un ruolo per dirimere i contrasti tra gli affiliati alla ‘ndrangheta appartenenti ai ”locali” della Svizzera e della Germania.
Sabato è stato “tradito” dalla sua stessa passione. E’ stato proprio conoscendo la passione di Fratto per le motociclette che i carabinieri sono giunti alla cattura del latitante. I militari, infatti, da tempo avevano cominciato a controllare alcuni siti specialistici ed hanno avuto notizia del motoraduno che si sarebbe svolto nel mese di maggio in Sardegna scoprendo che Fratto aveva inviato, utilizzando un sito, la sua iscrizione. E’ stato organizzato così un servizio di appostamento nel porto di Genova, insieme ai carabinieri del capoluogo ligure, sorprendendo il latitante nel momento in cui è giunto nel porto a bordo della sua Honda Goldwind.