Roma. “E’ fondamentale che, fino a quando non saranno attuati concreti e condivisi progetti di riconversione industriale, i piani di chiusura degli stabilimenti non diventino operativi”. Il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani, chiamato in causa dai sindacati, ha annunciato oggi che nei prossimi giorni “convocherà le parti per fare il punto sulla situazione e avviare un confronto che, ci auguriamo, porti ad una soluzione condivisa. Insieme alle istituzioni locali, a partire da Liguria e Campania, affronteremo le diverse problematiche per definire possibili accordi”.
Per Romani “é giusto e doveroso che le oggettive difficoltà industriali di Fincantieri – così com’é stato fatto finora – siano affrontate anche con la collaborazione e il contributo dei sindacati e degli enti locali interessati. Bisogna progettare e attuare un nuovo futuro produttivo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per non generare tensioni sociali e preservare i livelli occupazionali”.
“Il governo è impegnato, anche rispetto alla ristrutturazione di Fincantieri, a garantire una riconversione competitiva e produttiva dei siti, preservando le competenze e i livelli occupazionali”, assicura Romani in una nota, ricordando che “il governo, attraverso il tavolo aperto da due anni presso il ministero dello Sviluppo economico, sta seguendo da vicino e con grande attenzione il settore della cantieristica. Si tratta di un comparto che, a livello europeo, sconta forti difficoltà, a causa della significativa contrazione dei mercati globali e dell’agguerrita concorrenza di Paesi emergenti come la Corea del Sud o il Sud America, dove il costo del lavoro è molto più basso che da noi”.